Era proprio un cammello!


Schermata 2015-03-16 alle 15.17.47La crisi economica che stiamo vivendo impone di cercare nuovi modelli di sviluppo. Quelli classici hanno dimostrato di non essere in grado di spiegare né tanto meno di correggere le anomalie dei processi produttivi e finanziari seguiti da decenni.

Né ricco né povero. Non si tratta di schierarsi dalla parte degli uni o degli altri. Nel Vangelo per gli uni vi è grande attenzione, comprensione e tenerezza, per gli altri parole severe sì, ma anche considerazione e non disprezzo. L’accumulo della ricchezza è profondamente ingiusto, in presenza di chi non ha nulla e fa fatica a garantire a sé e alla propria famiglia una vita dignitosa. Tuttavia, anche per il ricco è possibile entrare nel regno di Dio, è difficile certo, ma non è impossibile. Noi vogliamo credere che il cammello passi per la cruna dell’ago! Crediamo che sia possibile trovare modi più corretti di operare, che riducano le diversità anziché ampliarle, che non escludano nessuno dal processo produttivo, ma anzi consentano a tutti di parteciparvi secondo le proprie capacità. Analisi letterarie più approfondite hanno dimostrato che non si trattava di un cammello (Marco 19,23-24), ma di una grossa fune: questa interpretazione è sicuramente più convincente, ma poco importa. Anzi il paradosso del cammello rende l’immagine più viva!

Ma facciamo che siano sempre meno. I poveri saranno sempre nel mondo, ma è nostro dovere far sì che la povertà si riduca. Molto è stato fatto nel mondo secondo le statistiche ufficiali della Banca Mondiale, tanto che la povertà estrema si è sensibilmente ridotta negli ultimi decenni. Ma è aumentata la concentrazione della ricchezza: ovvero solo l’1% della popolazione detiene la metà della ricchezza mondiale. È questa una grande stortura che può essere causa di tensioni internazionali.

Nell’abbondanza e nell’indigenza. La felicità non sta nella quantità di denaro o di beni posseduti. Altro è ciò che fortifica (Filippesi 4,12-13). Senza addentrarci nelle molteplici questioni psicologiche di cui tanto si discute nelle nostre società opulente ma ancora piene di contraddizioni, vogliamo capire piuttosto quale può essere il sano contributo della finanza e dell’economia alla crescita e allo sviluppo.

Seguiamo quindi le iniziative e le proposte presentate in ogni parte del mondo, al di là di ogni credo religioso, che ci possono aiutare a capire meglio ciò che non ha funzionato e a trovare ciò che potrebbe contribuire ad uno sviluppo  più equo.

Davidia

PS: vi confesso che non sono proprio sicura di aver visto un cammello, forse era un dromedario!

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