Francesco traduce il sentire cattolico: tutte le cose nuove di “Amoris Laetitia”


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Esce domani un piccolo libro, in cui ho raccolto i miei commenti ad Amoris Laetitia. Pubblico qui l’ultima pagina del testo

LE COSE NUOVE DI “AMORIS LAETITIA”. Come Francesco traduce il sentire cattolico, Edizioni Cittadella, Assisi, 2016.

Epilogo

E ciascuno, quando va a dormire, aspetta di alzarsi per continuare questa avventura, confidando nell’aiuto del Signore”.  Francesco, Amoris Laetitia, 319

Cose nuove, res novae. Nello stile, nel linguaggio, nell’approccio AL costituisce un testo di grande novità. Che avrà conseguenze significative sul piano della “pastorale ordinaria”, ma non senza una grande elaborazione ecclesiale, a livello di base. Esso opera una preziosa “traduzione della tradizione”, ossia non solo traduzione “della dottrina cattolica”, ma anche del “sentire cattolico”. Questa traduzione è del tutto necessaria. Essa non cambia la dottrina, ma ne consente la trasmissione. Una Chiesa che si rinnova è sempre un evento toccante. E la volontà con cui papa Francesco ha segnalato questa urgenza appare ferma e insieme paziente. In AL si cerca di “comprendere” anche le posizioni più rigide. Ma si mostra come la misericordia, che guida l’azione della Chiesa, abbia una logica più grande e più profonda di ogni pur legittima domanda di giustizia. In questa “conversione alla misericordia” Francesco procede dritto e sicuro, sereno e sorridente. Ad una domanda diretta, su come si sentisse in tutto questo travaglio di traduzione della tradizione, il papa ha risposto in modo disarmante: “Sto bene, io la notte dormo”. Questo sonno di pace e di consolazione accompagna la travagliata vigilanza alla quale la Chiesa è tenuta, per saper riconoscere il bene, che viene sempre come un ladro.

 

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