Non si deve dimenticare che tutto il novum che stiamo sperimentando, da tre anni a questa parte, era iniziato per colpa del Vaticano II e del suo 50^ anniversario. Già quella sera dell'11 ottobre 2012 – nella piazza ammutolita - si era capito che la rievocazione del Concilio metteva papa Benedetto in una condizione nuova e scomoda: in quella notte iniziò il lento cammino che in 4 mesi avrebbe condotto il papa al gesto più conciliare del suo pontificato. Proprio nell'ultimo passo del suo percorso anche lui - padre responsabile e amareggiato del Concilio - si riconosceva figlio e obbediva alla logica conciliare.
Cosi ad un padre del Concilio che riusciva almeno in extremis a ricoscersi figlio, faceva seguito un figlio del Concilio che poteva diventarne Padre e papa.
In questi tre anni abbiamo riconosciuto in questo papa i tipici tratti di un figlio del Concilio. Questo è stato facile per tutti coloro che in 50 anni hanno lentamente assimilato e quasi incubato una tale possibilità. Per gli altri no, non è stato facile. Tutti coloro che hanno sottovalutato o denigrato il Concilio ora sono in crisi. Perché non hanno potuto riconoscere – e ancora non riconoscono - un papa in Francesco né Francesco come papa.
Ma tutto questo è solo presentimento e promessa. Nei prossimi tre anni vedremo le conseguenze e le realizzazioni. Ma per ora ringraziamo per i presentimenti confermati e prendiamo sul serio le promesse che iniziano a realizzarsi. Il Concilio ci ha fatto avere il presentimento di un papa così. Nel riconoscere che questa è diventata una realtà abbiamo visto compiersi un aspetto tutt'altro che secondario del Vaticano II. Ora Francesco nel suo primo triennio ci ha aperto ulteriori prospettive. A questo nuovo presentimento - del quale rendiamo grazie di cuore - lui stesso darà forma e consistenza gia nei primi giorni del suo "secondo triennio". Al Vescovo di Roma venuto dalla fine del mondo si deve augurare: ad maiora.
[…] Pubblicato il 13 marzo 2016 nel blog: Come se non […]