La sinodalità è uno stile di Chiesa molto antico e, insieme, un tema recente. È parte della grande Tradizione della Chiesa, come afferma il rapporto della Commissione Teologica Internazionale, Sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa
(2018) nella sezione iniziale (paragrafo 3): «“Sinodo” è parola antica e veneranda nella Tradizione della Chiesa, il cui significato richiama i contenuti più profondi della Rivelazione». Allo stesso tempo, la teologia della sinodalità, che è ora alla base della spinta di papa Francesco per una riforma sinodale della Chiesa, è uno sviluppo successivo al Vaticano II: i documenti finali del Vaticano II non hanno mai usato il termine “sinodalità”, anche se l’ecclesiologia del Vaticano II apre a quella prospettiva.
La moderna teologia della sinodalità ha origine cronologicamente nella teologia contemporanea della Chiesa cattolica e geograficamente si sviluppa nel corpus della tradizione teologica prevalentemente nelle società di ordine liberal-democratico nell’emisfero occidentale. Non si tratta solo di una coincidenza. Un fattore chiave per il futuro della sinodalità è il rapporto fra il cristianesimo e le diverse tradizioni sociali e politiche – e non solo ecclesiali o teologiche – nel mondo, in una comunità globale come la Chiesa cattolica oggi. Oggi vediamo, infatti, svilupparsi nel cattolicesimo globale modelli in parte diversi di sinodalità, dietro ai quali ci sono sistemi di Chiesa che riguardano l’assetto dei rapporti tra Chiesa, Stato e società.