Tra le principali problematiche ambientali e sociali connesse allo sviluppo demografico e dei bisogni vanno annoverati un consumo energetico molto elevato e crescente, un alto livello di emissioni di gas serra, un ingente consumo di risorse (terreni, combustibili fossili, acqua, cibo) e, più in generale, una pesante impronta ecologica unita a significativi costi infrastrutturali aggravati dall’espansione urbana, dalla crescita delle baraccopoli nei Paesi in via di sviluppo e dalla mancanza di opportunità di sostentamento omogenee per tutte le fasce della popolazione globale. Secondo le previsioni dell’International Energy Agency (IEA), il mondo nel 2050 avrà bisogno di quasi l’80% in più di energia rispetto ai valori del 2019 per soddisfare tutti i suoi bisogni. Oggi i combustibili fossili forniscono oltre l’80% dell’energia primaria a livello globale ma, come sappiamo, si tratta di risorse limitate e destinate a esaurirsi nel prossimo futuro.
D’altra parte, con l’espansione demografica e la crescita economica, è aumentata anche la domanda di elettricità. Secondo le stime dell’IEA, il consumo medio annuo mondiale di elettricità pro capite per il 2007 è stato di 2.752 kWh e per il 2030 sarà di circa 4.128 kWh. Le città ne sono le maggiori consumatrici.
Se questa è la situazione, l’UE negli ultimi anni ha preso a occuparsene con impegno crescente e il suo Clean Energy Package (di seguito “CEP”), ossia l’insieme delle norme sull’energia pulita varato nel 2019, si inserisce a pieno titolo nel recente sforzo internazionale sul clima e sullo sviluppo di stili di vita più sostenibili.