Munera 2/2014 – Editoriale

Si pensa di poter compiere una cosa difficile, comunicare, in modo facile: svuotando, abbreviando e moltiplicando. Il risultato è evidente: una comunicazione di cattiva qualità nega ciò che afferma. Diviene cioè una rottura della comunicazione: nei casi più gravi diviene addirittura aggressione verbale, offesa. La sua accelerazione trasforma il dialogo in monologo: apparentemente c’è comunicazione, in realtà ciascuno rimane fermo in una narcisistica esposizione di sé. Non si comunica, ci si esprime. Nessuno realmente ascolta e impara dall’altro, nessuno è realmente implicato e coinvolto nella comunicazione. Ogni parola pretende di essere l’ultima: non apre, ma chiude.

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