«Ti stupisci che gli altri ti passino accanto e non sappiano, quando tu passi accanto a tanti e non sai, non t’interessa qual è la loro pena, il loro cancro segreto?» Con queste parole Cesare Pavese descrive mirabilmente come il ripiegamento su noi stessi ci renda indifferenti nei confronti degli altri. Presi dalle nostre preoccupazioni, assordati dai nostri pensieri, non ci accorgiamo delle storie silenziose di persone spesso miti e riservate. Non ce ne accorgiamo, fino a quando non andiamo loro incontro: o forse, sono loro che vengono incontro a noi. Così è avvenuto riguardo all’artista Giulio Vercellini (1952-2015).
Nato e vissuto ad Olgiate Comasco, Giulio Vercellini era un uomo molto metodico e ordinato, e molto chiuso. La pittura, il lavoro in fabbrica, la passeggiata mattutina e le partite del Calcio Como, ne scandivano la vita quotidiana. Le sue difficoltà relazionali svanivano soltanto quando parlava dei suoi quadri. Erano tuttavia pochissime le persone a conoscenza del suo talento artistico. Tra queste, innanzitutto, i membri della sua famiglia. Il padre era uomo pacato e molto religioso, la madre, severa e autoritaria, era il vero centro della vita domestica. La morte di quest’ultima segnò profondamente l’animo di Giulio. Quando la sorella, con la quale viveva, mostrò i primi sintomi di un grave disturbo compulsivo, egli cercò di stringere qualche legame esterno che lo aiutasse a sfuggire dalla difficile situazione domestica. I tentativi di aiuto da parte del resto della famiglia furono tuttavia vani. Al peggiorare del disturbo della sorella si aggravarono anche le condizioni psicologiche di Giulio, il quale, non potendo più dipingere con la frequenza desiderata, prese a disinteressarsi di tutto, compreso il cibo. Morì nell’ottobre 2015, lasciando circa 1400 quadri.
Le sue opere – prevalentemente olio su tela – mostrano un’evoluzione artistica costante dal 1968 al 2015: attraverso una ricerca tecnica e stilistica costante, Vercellini giunse a maturare una forma di espressione artistica personalissima. La figura umana è uno dei soggetti più indagati: dalle rappresentazioni più realistiche dei primi anni, egli evolse gradualmente attraverso un incessante processo di scomposizione ed astrazione. Sono comunque numerose le composizioni libere, di figure, di oggetti, astratte.
I familiari hanno voluto la costituzione di un’associazione culturale senza fini di lucro allo scopo di farne conoscere l’opera.