I dipinti che presento non sono frutto né dell’esperienza personale della guerra, né dell’abbondanza di immagini in cui siamo immersi: io non guardo la televisione. Emozioni nascoste e minuscole si sono risvegliate per lo choc delle notizie lette sui giornali.
Due viaggi in Israele-Palestina, alcune letture (V. Grossmann, V. Chalamov, L. Rochman, S. Alexievitch, A. Wat), amicizie profonde con alcune famiglie di Kiev e della Siria: tutto questo si è incrociato con passate emozioni, facendo irruzione come dei terremoti, spingendomi davanti alla tela con la necessità di dipingere.