Avanti! - 09.11.2006
di
Pasquale Rotunno
'Democrazia e telegiornali. Il giornalismo come servizio pubblico' di Wolfgang M. Achtner
La deriva televisiva dell'informazione
La centralità della televisione risulta ancora prevalente nel panorama comunicativo italiano. A differenza di quanto avviene all'estero, il mezzo televisivo rappresenta da noi la maggiore fonte d'informazione tanto che il sociologo Mario Morcellini descrive il giornalismo italiano come 'un sistema in qualche misura incompiuto, e comunque ancora fragile sotto l'aspetto della legittimazione e della condivisione sociale'. Tale incompiutezza rimanda a una crisi più generale della comunità, delle domande sociali e delle identità collettive. La società italiana è cambiata più velocemente rispetto alla capacità dei giornali di rappresentare, descrivere e interpretare i mutamenti. Là vicinanza fin troppo palese, con la classe politica, il peso sempre maggiore del potere economico, della pubblicità e degli uffici marketing, l'incapacità di analizzare e riflettere sui cambiamenti che attraversano la nostra società, hanno fatto il resto. Disperdendo nuovi potenziali lettori. Gli indici di lettura dei quotidiani sono insoddisfacenti e presentano notevoli squilibri territoriali (tra nord e sud) e di genere (tra uomini e donne). E dimostrano che la modernizzazione che nel dopoguerra ha investito il Paese è un processo tuttora non completato. I giornali, per contrastare la concorrenza della televisione, hanno trasformato il loro linguaggio, i contenuti e la veste grafica. Ricorrendo con sempre maggiore frequenza al sensazionalismo e allo scoop a tutti i costi. L'imitazione dello stile televisivo ha accentuato il carattere di prodotto commerciale dell'informazione. La parte scritta dei giornali denuncia Giorgio Bocca tende ad assomigliare a un testo pubblicitario che deve 'sempre più adattarsi alla filosofia del supermarket, buona per tutti i tipi di lettori clienti'. Il reporter americano Wolfgang M. Achtner, nel libro 'Democrazia e telegiornali. Il giornalismo come servizio pubblico' (Morlacchi editore), muove da questa constatazione per analizzare in modo impietoso l'informazione italiana. Achtner, corrispondente da Roma per diverse testate americane e docente all'Università di Perugia, coglie bene scrive Bocca nella prefazione uno dei vizi imperanti nel 'finto giornalismo' italiano: la facilità. Tutto quanto è difficile viene evitato. 'Le interviste rimarca Bocca non vengono più fatte di persona ma per telefono, se non si riesce a intervistare una persona si coprono con delle immagini false delle voci false'. Troppe volte si assiste a finte catture di delinquenti simulate con caroselli di auto della polizia, con sceneggiate di finte irruzioni. Ma i giornalisti veri 'hanno imparato che di facile nel mestiere non c'è niente'. Il confronto con il giornalismo di stampo anglosassone evidenzia in Italia la grave carenza di canoni etici. Giornali e telegiornali – insiste Achtner – 'sono al servizio dei loro ‘editori di riferimento’ ovvero degli interessi ciel partito politico o gruppo economico proprietario della testata; e non si curano degli interessi dei cittadini, rendendo così un pessimo servizio alla democrazia'. La stampa ha pesanti responsabilità anche nei confronti dell'economia del Paese, a causa della 'totale assenza di credibilità e affidabilità delle informazioni'. L'autore non si limita alla denuncia, ma indica la strada per migliorare l'esercizio di una professione che deve porsi anzitutto al servizio del pubblico.
Il 'diritto di sapere', di 'essere informati' è un diritto che appartiene ai cittadini, non ai media, non al giornalista; 'i media, il giornalista posso¬ no invocare questo diritto perché lavorano a no¬me, al servizio del cittadino'. A giudizio dell'au¬tore, né Rai né Mediaset informano partendo da una simile prospettiva: prevale su tutto la propa¬ganda, non la ricerca obiettiva della verità. Per¬ciò i telegiornali non arrivano a rappresentare i mutamenti in corso nella società italiana, ma si limitano a registrare gli umori del 'Palazzo'. Al di là del pessimismo di fondo col quale valuta l'informazione italiana, il libro di Achtner è utile ai lettori, ai telespettatori e ai giornalisti. Forni¬scesce, infatti, ai cittadini criteri di valutazione per esigere un prodotto credibile e ai giornalisti lo spunto per una riflessione approfondita sul ruo¬lo del 'quarto potere'.