Abstract
Nel viaggio destinale l’inesorabile
non si conosce finché una punta
di resina squaderni la carne.
Accade s’incarni per tentativi estremi
nelle interiora. Così come un travaso di oro,
di polveri di argilla, di sesso rugoso.
Un liquido denso stillava al pentagramma
coraggio, risveglio, amplesso, foglia e corolla
turgida di tulipano. Ideogramma.
Una bellezza arcana espulse
con precisione brividi di morte, furore,
un’euforia inquieta prima della morte.
(Maria Grazia Palazzo, Andromeda, i Quaderni del Bardo Edizioni, Sannicola (LE) 2018, p. 28)