I ritmi imposti dalla tecno-economia inducono a dare un valore utilitario e mercantile al tempo: “il tempo è denaro”. Come tale va investito, così da “spremere il tempo”, “bruciare i tempi”. Le agende s’infittiscono, le pianificazioni si dilatano, le scadenze si addensano, i ritmi si fanno frenetici, al punto da “non avere tempo” e arrivare “appena in tempo”. […] Nell’umanità del Figlio, il Signore del tempo si fa tempo egli stesso, redimendolo dal suo interno. «Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Questa compiutezza del tempo e avvento del Regno – un tutt’uno inseparabile – avviene nella persona di Gesù. Egli l’annuncia con la sua predicazione e la prefigura con le sue opere, fino all’evento supremo della Pasqua: epifania del Giorno del Signore, il Risorto. Giorno senza tramonto, in cui lo Spirito del Signore iscrive i nostri giorni, avvalorandoli e destinandoli alla pienezza metastorica del Regno (dalla Prefazione di Mauro Cozzoli).
Informazioni sull'autore
Michele Ferrari, sacerdote della diocesi di Roma, licenziato in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana, ha conseguito il titolo di dottore nel 2022 nel medesimo istituto. Attualmente insegna Morale fondamentale nell’istituto Ecclesia Mater della Pontificia Università Lateranense e svolge il suo ministero come cappellano nella stessa Università.