Munera 1/2017 – Paolo Branca >> La secolarizzazione della cultura

La dimensione terrena spazio-temporale e quella religiosa che tende anche ad Altro e a un Oltre sono state spesso concepite più come in opposizione che complementari.

Se la secolarizzazione occidentale pare aver “ridotto” allo spazio privato la religiosità, quest’ultima altrove sembra invece invadere anche quello profano e, in entrambi i casi, si tratta di una mancanza d’equilibrio gravida di conseguenze.

Indubbiamente le religioni comportano anche un discrimine… quasi un principio d’esclusione: tra luce e tenebre, tra bene e male, tra chi accetta il messaggio e chi lo rifiuta, tra chi rispetta determinati divieti e precetti e chi non lo fa. Ma dallo stesso messaggio siamo messi in guardia rispetto a troppo automatiche e trancianti opposizioni.

«I servi del Misericordioso sono coloro che camminano umilmente sulla terra e quando un ignorante si rivolge a loro rispondono ‘Pace!’» (Corano 25,63).

«Se Dio avesse voluto avrebbe fatto di voi una comunità unica, ma così non ha fatto per mettervi alla prova in ciò che vi ha donato. Gareggiate dunque nelle opere buone, a Dio tutti farete ritorno ed Egli allora vi informerà sulle cose in cui siete stati in discordia» (Corano 5,48).

Quando, in qualsiasi fede, vengono sottolineate eccessivamente fratture nello stesso individuo, tra lui e il suo ambiente e i suoi simili o con il suo stesso Creatore, qualcosa d’essenziale di una genuina esperienza religiosa viene a mancare con pesanti costi.

Una logica binaria va bene per le macchine, non per gli esseri umani: ricordo una giovane musulmana che paragonava il Corano al libretto di istruzioni di una lavatrice, pretendendo che solo chi ha fabbricato sia i tessuti sia la macchina possa indicarne il buon funzionamento.

Dobbiamo dunque chiederci se nelle fonti e nelle esperienze dei seguaci delle varie religioni sussistano elementi in grado di andar oltre una simile disperante prospettiva che nulla aggiunge, ma molto anzi riduce, rispetto a un’origine e a una permanenza comunque testimoniate: «Drizza quindi il tuo volto alla vera Religione, in purità di fede, Natura prima (fitra) in cui Dio ha naturato gli uomini. Nessun mutamento patisce la Creazione di Dio: quella è la Religione retta, ma i più degli uomini non sanno» (Corano 30,30).

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