Sinodoamazonico/1: Se la prudenza non è timidezza…


BergoglioMetro

Con l’eucaristia celebrata ieri, ha avuto inizio il Sinodo speciale sull’Amazzonia. Il testo dell’omelia pronunciata da papa Francesco (qui) permette di individuare alcuni punti-chiave, utili ad orientare il cammino della assemblea episcopale, che inizia oggi i suoi lavori. Proviamo a fare una breve rassegna di questi punti-chiave.

Fare Sinodo è condivisione di un dono

“Abbiamo ricevuto un dono per essere doni”: così, commentando la prima lettura, Francesco fotografa la prima sfida del Sinodo: uscire da un immaginario “da funzionari” e riscoprire chc il servizio alla Chiesa non può essere sostituito dal servirsi della Chiesa. Essere “servi inutili” significa essere “servi senza utile”, gratuitamente al servizio del vangelo.

Il dono deve essere “ravvivato”

“Se tutto rimane com’è,…il dono svanisce”: il dono ricevuto da ogni vescovo è un fuoco, che deve essere ravvivato. Perciò una pastorale del “mantenimento” contraddice la missione della Chiesa. Che ha bisogno del fuoco dello Spirito, che si rinnova uscendo dagli stereotipi, sicuri ma autoreferenziali.

Ravvivare richiede Spirito di prudenza, non di timidezza

“Qualcuno pensa che la prudenza è la virtù ‘dogana’, che ferma tutto per non sbagliare”: ravvivare il dono di Dio richiede prudenza, forza, carità. Non timidezza, non paura, non indifferenza. Non è indecisione,  non è un atteggiamento difensivo, ma “virtù di vita, virtù di governo”. Così la prudenza può assumere, senza alcuna contraddizione, la qualità della audacia, poiché sta al servizio della “novità dello Spirito”. La domanda di questa virtù supera l’ostacolo della indifferenza e si fa preghiera ecclesiale: “Allora ravvivare il dono nel fuoco dello Spirito è il contrario di lasciar andare avanti le cose senza far nulla. Ed essere fedeli alla novità dello Spirito è una grazia che dobbiamo chiedere nella preghiera. Egli, che fa nuove tutte le cose, ci doni la sua prudenza audace; ispiri il nostro Sinodo a rinnovare i cammini per la Chiesa in Amazzonia, perché non si spenga il fuoco della missione”.

Il dono deve essere offerto, non imposto

“Quando senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture, non è il fuoco di Dio, ma del mondo”: la evangelizzazione diventa colonizzazione quando il dono non è offerto, ma imposto, e il suo fuoco non dà forza, ma consuma. E’ un fuoco che attira e che genera unità, non che divora e che omologa le differenze.

La croce dei fratelli in Amazzonia

“Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia portano croci pesanti”: il cammino sinodale è al servizio della testimonianza. Deve riconoscere il martirio e può farlo ritornando all’evento della croce e alla sua testimonianza.  Il Sinodo è atto di servizio ecclesiale alla possibilità di riconoscere pienamente e integralmente queste chiese di Amazzonia, nelle quali altri hanno già dato la vita e continuano a offrirla, “senza utile”. “Per loro, per questi che stanno dando la vita adesso, per quelli che hanno speso la propria vita, con loro, camminiamo insieme”.

Questi 5 punti sono l’orizzonte di un programma di “esercizio pastorale della prudenza”: al loro centro sta una nuova assunzione di responsabilità. La prudenza significa “esercitare l’autorità” in modo non solo negativo. Questa sfida riguarda in primis la Amazzonia e la sua storia particolare, ma mette in luce (e configura la soluzione a) una questione che attiene in profondità alla vita di tutta la Chiesa universale.

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