Munera 1/2020 – Tiziano Torresi >> Sturzo, i populisti e i cattolici smarriti

Gli anniversari storici sono sempre segnati da un incremento delle pubblicazioni e dell’interesse sulle vicende o sui personaggi che celebrano. Con implacabile cadenza, la lente dello studioso, la curiosità del lettore e lo sguardo del giornalista tornano in queste occasioni a posarsi su eventi e figure peculiari e si muovono, non sempre con destrezza, lungo il sottile confine che separa la memoria, il suo utilizzo nel dibattito pubblico, spesso controverso e incline alla polemica, e l’analisi storiografica vera e propria. I giudizi riservati ai fatti e alle personalità finiscono così per rappresentare una significativa testimonianza sulla congiuntura culturale e politica nella quale, di decennio in decennio, essi sono stati espressi, motivati e, ove più ove meno, condizionati.

Il centenario della nascita del Partito popolare italiano e i sessant’anni dalla morte di Luigi Sturzo, celebrati nel 2019, mi sembra non siano stati un’eccezione. Il dibattito é vivo, non ancora tutto condensato in atti e pubblicazioni, e l’argomento richiederebbe una seria riconsiderazione sull’uso della memoria nel mondo cattolico, essa pure locuzione da adoperare con cura. Mi pare tuttavia possibile tracciare un parziale bilancio del duplice anniversario cercando proprio di cogliere, nella rassegna di articoli e di saggi dei mesi scorsi, le modalità con le quali il pensiero e l’esperienza di Sturzo sono stati richiamati alla luce di due aspetti dell’attualità politica ed ecclesiale: da un lato, il radicarsi del fenomeno del populismo; dall’altro, l’esigenza di ripensare la presenza pubblica e il ruolo politico dei cattolici.

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