La Pasqua e la bandiera bianca (di F. Romano e C. Scordato)


Cristo risorto - Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Due voci “utopiche”, segnate dalla esperienza pasquale. Come evitare la “escalation” delle armi e della inimicizia? Ringrazio Francesco e Cosimo per la resistenza e per la resa.  Sotto una diversa bandiera. (ag)

Bandiera bianca!

 L’iconografia della Pasqua ci presenta Gesù Risorto col corpo e volto di luce, avvolto di bianco con una bandiera bianca o rossa, a seconda se si voglia fare riferimento al suo sangue come dono della sua vita di amore. Siamo ancora in pieno periodo di Pasqua, che nella liturgia ortodossa è stata celebrata la scorsa settimana; a noi sembra che, pur riconoscendo l’importanza di tutte le riflessioni ‘laiche’ di ordine politico, geopolitico, sociale, culturale e strategico, la Pasqua possa rappresentare, per buona parte dei belligeranti e di coloro che li sostengono, una ragione importante per ripensare l’assurdità della guerra che, da più di due mesi, ha trascinato le nostre comunità in un tunnel di immensa oscurità e dolore. I dibattiti quotidiani sull’ invio delle armi da parte dell’Europa, e soprattutto da parte dell’America, stanno favorendo sempre più la situazione di imbarazzo in cui un po’ tutti ci troviamo; infatti, il diritto alla difesa nei confronti dell’aggressore, il diritto all’autodeterminazione è stato fin dall’inizio legittimamente invocato al fine di rendere possibile alla nazione offesa il dovere di difendere e salvaguardare la libertà e la dignità di ciascuno e di tutta la collettività.

Ma, come è stato rilevato, il diritto alla difesa, come neutralizzazione dell’iniziativa dell’avversario, a poco a poco sta diventando anche diritto all’offesa nei confronti del proprio avversario non solo per difendersi da lui, ma anche per indebolirlo e, se fosse il caso, anche diritto a ricambiare nei suoi confronti quanto da lui è stato illegittimamente fatto: ‘invadere’ con le armi il suo territorio.

Ci rendiamo conto chein queste condizioni, l’escalation diventa inevitabile anche perché è impensabile che da parte Russa ci si voglia ritirare come aggressore sconfitto e da parte Ucraina, dopo tanta coraggiosa resistenza, si accetti di essere un popolo sconfitto. A cosa sarebbero servite, allora, le migliaia di morti di Ucraini e di Russi?

A questo punto, tornando al motivo del Risorto sopra accennato, ci viene da pensare: e se il popolo Ucraino, che ha mostrato strenuamente il suo coraggio e la sua determinazione a non arrendersi, alzasse la bandiera bianca? Badiamo bene che il gesto che proponiamo non è da intendere come espressione della propria resa e consegna nelle mani dei Russi (secondo quanto loro hanno richiesto!); piuttosto dovrebbe essere il gesto di chi afferma il diritto di non volere difendersi perché la stessa difesa è stata risucchiata nella logica dell’offesa. A scanso di equivoci e per favorire questa possibilità riteniamo opportuno aggiungere due precisazioni.

La prima è che la rinuncia a difendersi non è il consegnarsi dello sconfitto alla prevedibile furia bellica dell’aggressore; piuttosto, è la scelta positiva di un gesto di rottura nei confronti della logica della guerra, la quale, col crescente coinvolgimento degli Stati Uniti d’America e dei paesi della Nato, non può che scivolare sempre più nei suoi esiti peggiori.

La seconda condizione è che il diritto a non difendersi in proprio va accompagnato dal coinvolgimento delle forze dell’ONU; dopo la recente visita di A. Guterres, segretario dell’Onu, i caschi blu dovrebbero essere inviati concordemente dalle Nazioni Unite come forze interposte per avviare l’inizio del “cessate il fuoco”; la loro presenza dovrebbe avere il ruolo simbolico di rappresentare l’orientamento generale delle nazioni, le quali dovrebbero condividere la mozione di interruzione della guerra; contestualmente, la loro presenza dovrebbe accompagnare l’inizio della trattativa politica tra Russia e Ucraina, con l’intermediazione di qualche paese terzo, al fine di raggiungere un’intesa pacifica e dignitosa per tutti; detta intesa sarà tanto più possibile quanto più le parti in causa si renderanno disponibili ad accettare qualche compromesso e cedimento. 

Siamo consapevoli che l’invito agli Ucraini di uscire dai rifugi e dalle trincee con una bandiera bianca ha qualcosa di utopico, se non proprio di ingenuo; ne siamo convinti e non ci dispiace fare appello alle possibilità ritenute improbabili, tanto più che ci sentiamo risucchiati dal vortice mortale dell’inimicizia; ma se è u-topica (senza luogo) la nostra proposta, che fa appello a quanto di più sacro c’è nella profondità di ogni persona; che razza di topico è il meccanismo perverso che ci sta portando tutti a scegliere tra vincitori e vinti, laddove invece siamo già tutti perdenti perché feriti a morte nella carne dell’unica nostra umanità?

Don Francesco Romano / don Cosimo Scordato

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