Omosessualità: ripensamenti (di Cosimo Scordato)


In questo testo, Cosimo Scordato esamina alcuni passaggi di uno dei frutti del “Cammino sinodale tedesco”. Utile riflessione per cogliere il senso dei “ripensamenti sinodali” che offrono alla chiesa cattolica la occasione preziosa per rivedere le categorie teologiche di comprensione della creazione e della redenzione. Ringrazio Cosimo per questo testo, che pubblico volentieri (ag)

Omosessualità: ripensamenti (di Cosimo Scordato)

Recentemente ci siamo imbattuti in alcuni passaggi del testo della Commissione del Sinodo tedesco, presentato diversi mesi fa al papa, che rappresenta una svolta nel percorso del magistero, seppure in itinere. Presentiamo una prima sottolineatura.
“Ogni uomo è creato da Dio nel suo genere e in questa sua condizione creaturale ha un valore intoccabile; ad ogni persona umana appartiene il suo orientamento sessuale, in maniera indissolubile, esso non è stato scelto ed è invariabile. Come immagine di Dio dobbiamo a ciascuno un uomo attenzione e rispetto a prescindere dall’orientamento sessuale; tutti i credenti sono obbligati a ad agire contro ogni discriminazione giustificata sull’orientamento sessuale. Dato che l’orientamento sessuale appartiene all’uomo, come è stato creato da Dio stesso, esso va trattato eticamente allo stesso modo dell’orientamento eterosessuale. Ogni uomo è chiamato a integrare la sua sessualità nello sviluppo della sua vita. La responsabile sessualità genitale nella relazione con l’altra persona va orientata all’attenzione del valore e dell’autorealizzazione, dell’amore e della fiducia, della reciproca responsabilità come anche della specifica dimensione della generatività. Essa si realizza nelle relazioni che vengono costruite sulla esclusività e sulla durata”. (Lehramtiliche Neubewertung von Homosesualitaet, Handlungtext; Nuove valutazioni dottrinali sull’omosessualità).
Un passaggio significativo dal punto di vista squisitamente teologico è quanto affermano i vescovi nel momento in cui ci propongono la condizione omosessuale come facente parte della creazione di Dio. Non che vada sottovalutato il percorso culturale, che fa da sfondo alle nuove acquisizioni; ma in questo modo i vescovi si esprimono iuxta propria principia, ovvero attingendo e riproponendo un approccio nuovo alla fonte biblica. L’omosessuale (e altro ancora) è creatura di Dio e come tale va riconosciuto non come un “fuori programma” dalla creazione, ma facente parte di essa e integrato nel progetto di Dio. Il fatto di cominciare a guardarlo come creatura, nell’orizzonte di tutto il creato, entra in circuito col fatto di riconoscerlo a immagine e somiglianza di Dio; come tale, l’esperienza di amore cui egli è chiamato, fa parte di quella rivelazione, che annunzia Dio come sorgente e meta del cammino di tutte le creature e che rilegge la ricerca di amore omosessuale come manifestativa dello stesso amore di Dio. L’affermazione che ogni uomo è creato da Dio “nel suo genere” ci sembra particolarmente rilevante perché sembra volere sottolineare che ogni creatura umana un suo genere, che andrà scoprendo man mano nel processo della sua crescita e del quale non deve vergognarsi perché rappresenta un atto creativo di Dio.
Come si può osservare, cambia radicalmente il punto di osservazione e si comincia riscrivere una teologia della creazione, che punta alla coppia, nelle diverse modalità in cui essa cercherà di identificarsi, come esperienza del dono di amore, che congiunge i partners nella esperienza della grazia sgorgante dall’atto creatore e perennemente creativo di Dio. Ciò che qualifica la condizione umana (sia essa etero, omo o altro ancora) è la chiamata all’amore, che ha le sue caratteristiche qualificanti e che va realizzato nella pari dignità di un progetto di vita e di uno scambio continuo della propria esistenza.
Il testo continua esplicitando ulteriormente la validità degli atti posti in essere dagli omosessuali. “La sessualità dello stesso genere, realizzata anche negli atti sessuali, non va considerata pertanto come peccato che separa da Dio e non va considerata in sé come qualcosa di brutto; piuttosto essa va considerata nella realizzazione dei valori sopraindicati.” Passaggio importante che porta all’invito conseguente rivolto dagli stessi vescovi a ripensare, tra gli altri, alcuni numeri (nn. 2357-2359) del Catechismo della Chiesa cattolica, che finora hanno considerato per sé peccaminoso ogni atto sessuale all’interno della relazione omosessuale.
In questo nuovo orientamento la Chiesa Tedesca si trova accanto anche qualche altra Chiesa (quella Fiamminga, per esempio). Il fatto che i vescovi si siano rivolti al papa, dal quale si attendono una rinnovata presa di posizione su queste tematiche, lascia intendere che il magistero di questi vescovi aspetta una valutazione da parte del papa, che potrebbe anche non venire o manifestarsi in maniera diversa. Ci piace sottolineare, però, che questo nuovo orientamento è maturato all’interno di quei lavori sinodali, che proprio il papa ha sollecitato e dal quale si aspetta qualcosa di nuovo. Il testo è frutto di un lungo e laborioso dibattito che ha impegnato vescovi e rappresentanze notevoli del laicato e presenta una sua qualche rilevanza magisteriale, che attinge alla sinodalità della Chiesa tedesca e, seppure in attesa di un riscontro da parte del papa, ovvero di chi presiede alla comunione delle Chiese, viene incontro all’esigenza di un ripensamento radicale di teorie e prassi rispetto alle quali ormai il disagio è notevole.
Come possiamo intravedere ogni sinodo ha i suoi ‘rischi’; saranno benvenuti?

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