Nessuno è padrone della verità


Evangelizzare è costruire ponti
omelia s Marta-08-maggio 2013 di Papa Francesco
Il cristiano deve costruire ponti per annunciare il Vangelo, non preoccuparsi di formulare condanne. Evangelizzare non è fare proselitismo: vediamo l’atteggiamento di san Paolo, che sull’Areopago ha cercato il dialogo per avvicinarsi di più al cuore di chi lo ascoltava.
Proprio per questo è stato davvero «pontefice», cioè «costruttore di ponti» e non «costruttore di muri». Un atteggiamento, che sempre deve caratterizzare il credente.
Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato. E Paolo sa che lui deve seminare questo messaggio evangelico. Lui sa che l’annunzio di Gesù Cristo non è facile, ma che non dipende da lui: lui deve fare tutto il possibile, ma l’annunzio di Gesù Cristo, l’annunzio della verità, dipende dalla Spirito Santo.
Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: “Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”. Paolo non dice agli ateniesi: “Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità, la verità!”. No! La verità non entra in un’enciclopedia.
La verità è un incontro; è un incontro con la somma verità: Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità. La verità si riceve nell’incontro.
Paolo agiva così perché «questo è il modo» di Gesù che «ha parlato con tutti» con i peccatori, i pubblicani, i dottori della legge. Il cristiano che vuol portare il Vangelo deve andare per questa strada: sentire tutti! Ma adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi 50 anni, 60 anni sono un bel tempo, perché io ricordo quando bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, nella mia: “No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh!”. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso – grazie a Dio – no, non si dice quello, no? Non si dice quello no? Non si dice! C’era come una difesa della fede, ma con i muri: il Signore ha fatto dei ponti. Primo: Paolo ha questo atteggiamento, perché è stato l’atteggiamento di Gesù. Secondo: Paolo è consapevole che lui deve evangelizzare, non fare proseliti.
Come diceva papa Benedetto XVI, la chiesa «non cresce nel proselitismo», ma «cresce per attrazione, per la testimonianza, per la predicazione».
I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo.Paolo ci insegna questo cammino di evangelizzare, perché lo ha fatto Gesù, perché è ben consapevole che l’evangelizzazione non è fare proselitismo: è perché è sicuro di Gesù Cristo e non ha bisogno di giustificarsi e di cercare ragioni per giustificarsi. Quando la Chiesa perde questo coraggio apostolico diventa una Chiesa ferma, una Chiesa ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio di andare alle periferie, qui dove sono tante persone vittime dell’idolatria, della mondanità, del pensiero debole….
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