La recezione di “Amoris Laetitia” (/4): il decalogo dei vescovi di Buenos Aires
Il 5 settembre 2016 i vescovi di Buenos Aires hanno preparato per il loro presbiteri un testo esplicativo di Amoris Laetitia dal titolo “Criteri di base per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris Laetitia”. Il testo era stato inviato al Papa e, con la stessa data, cioè il medesimo giorno 5 settembre 2016, il vescovo di Roma rispondeva con una lettera nella quale scrive : “Il testo è molto buono e spiega in modo eccellente il capitolo VIII di Amoris laetitia. Non c’è altra interpretazione. Sono sicuro che farà molto bene”.
Questo testo di approvazione da parte di papa Francesco attribuisce al “decalogo” dei vescovi argentini un valore di “interpretazione autentica” del cap. VIII della Esortazione. In tal modo crea un importante precedente per la recezione del testo. L’esame della situazione ecclesiale e gli orientamenti che i Vescovi offrono ai loro presbiteri costituiscono una autorevole testimonianza della serietà con cui il testo della Esortazione Apostolica può essere recepito e messo in grado di incidere sulla realtà familiare ed ecclesiale. Accogliere, accompagnare, discernere e reintegrare delineano – nella prudenza e nella lucidità – una svolta nella pastorale familiare. Il criterio dello scandalo non è più il criterio sovrano: si fa spazio il discernimento e il bene possibile. Soprattutto la autocoscienza episcopale e presbiterale deve maturare un conversione non piccola: acquisire la esigenza di “comprendere un punto di vista diverso”. Questo significa che la “legge oggettiva” resta necessaria, ma non è più sufficiente. Se quella visione pretendesse di restare sufficiente – come poteva esserlo prima – rischierebbe di deformare irrimediabilmente il profilo del Vangelo e di impedire un convincente annuncio della misericordia di Dio.
Qui di seguito si legge una traduzione del testo dei vescovi. Di seguito c’è l’originale sia del testo che della lettera di approvazione da parte del Papa: questa lettera è stata pubblicata anche su L’Osservatore Romano.
La traduzione è tratta dal sito: https://mauroleonardi.it/2016/09/09/il-papa-avvalla-come-lunica-possibile-linterpretazione-che-i-vescovi-argentini-danno-di-amoris-laetitia/
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Criteri di base per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris Laetitia
Cari sacerdoti,
abbiamo ricevuto con gioia l’esortazione Amoris Laetitia che ci spinge in primo luogo a far crescere l’amore degli sposi e a motivare i giovani affinché scelgano il matrimonio e la famiglia. Questi sono i grandi temi che mai dovrebbero essere trascurati né dimenticati a causa di altri problemi. Francesco ha aperto diverse porte nell’ambito della pastorale familiare e siamo chiamati ad approfittare di questo tempo di misericordia e a farlo nostro come Chiesa.
Di seguito ci soffermeremo solo sul capitolo VIII poiché fa riferimento ad “orientamenti del vescovo” (300) in ordine al discernimento sul possibile accesso ai sacramenti di qualche “divorziato che vive una nuova unione”. Pensiamo opportuno, come vescovi di una medesima regione pastorale, avere in comune alcuni criteri di massima. Senza togliere nessuna autorità ai competenti vescovi delle diocesi, che possono precisarli, completarli o adeguarli.
1) Innanzitutto vogliamo ricordare che non è opportuno parlare di “permesso” per accedere ai sacramenti, ma di un processo di discernimento accompagnati da un pastore. Questo discernimento è «personale e pastorale» (300).
2) In questo percorso, il pastore deve porre l’accento sull’annuncio fondamentale, il kerygma, che stimoli all’ incontro personale con Gesù Cristo vivo o a rinnovare tale incontro (cfr. 58).
3) L’accompagnamento pastorale è un esercizio dalla «via caritatis». È un invito a seguire «la via di Gesù, che è quella della misericordia e dell’integrazione» (296). Questo itinerario appella alla carità pastorale del sacerdote che accoglie il penitente, lo ascolta attentamente e gli mostra il volto materno della Chiesa, mentre, contemporaneamente, accetta la sua retta intenzione e il suo buon proposito di leggere la propria vita alla luce del Vangelo e di praticare la carità (cfr. 306).
4) Questo cammino non finisce necessariamente nell’accesso ai sacramenti, ma può anche orientarsi ad altre forme di integrazione proprie della vita della Chiesa: una maggior presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o di meditazione, l’impegno in qualche servizio ecclesiale, etc. (cfr. 299)
5) Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendono fattibile, in particolare quando entrambi sono cristiani con un cammino di fede, si può proporre l’impegno di vivire la continenza sessuale. Amoris laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cfr. nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della Riconciliazione quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr. nota 364, secondo gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II al Cardenale W. Baum, del 22/03/1996).
6) In altre circostanze più complesse, e quando non si è potuta ottenere la dichiarazione di nullità, l’opzione appena menzionata può di fatto non essere percorribile. Ciò nonostante, è ugualmente possibile una percorso di discernimiento. Se si giunge a riconoscere che, in un determinato caso, ci sono dei limiti personali che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr. 301-302), particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in ulteriori mancanze danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetítía apre la possibilità dell’ accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’ Eucarestia (cfr. nota 336 y 351). Questi, a loro volta, disporranno la persona a continuare il processo di maturazione e a crescere con la forza della grazia.
7) Ma bisogna evitare di capire questa possibilità come un semplice accesso “allargato” ai sacramenti, o come se qualsiasi situazione giustificasse questo accesso. Quello che viene proposto è un discernimento che distingua adeguatamente caso per caso. Per esempio, speciale attenzione richiede «una nuova unione che viene da un recente divorzio» o «la situazione di chi è ripetutamente venuto meno ai propri impegni familiari» (298). O, ancora, quando c’è una sorta di apologia o di ostentazione della propria situazione «come se facesse parte dell’ ideale cristiano» (297). In questi casi più difficili, i pastori devono accompagnare le persone con pazienza cercando qualche cammino di integrazione (cfr. 297, 299).
8) È sempre importante orientare le persone a mettersi in coscienza davanti a Dio, e a questo fine è utile l’ «esame di coscienza» che propone Amoris Laetitia (cfr. 300), specialmente per ciò che si riferisce a «come ci si è comportati con i figli» o con il coniuge abbandonato. Quando ci sono state ingiustizie non risolte, l’accesso ai sacramenti risulta di particolare scandalo.
9) Può essere opportuno che un eventuale accesso ai sacramenti si realizzi in modo riservato, soprattutto quando si possano ipotizzare situazioni di disaccordo. Ma allo stesso tempo non bisogna smettere di accompagnare la comunità per aiutarla a crescere in spirito di comprensione e di accoglienza, badando bene a non creare confusioni a proposito dell’insegnamento della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio. La comunità è strumento di una misericordia che è «immeritata, incondizionata e gratuita» (297).
10) Il discernimiento non si conclude, perché «è dinamico e deve rimanere sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno» (303), secondo la «legge della gradualità» (295) e confidando sull’aiuto della grazia.
Siamo innanzitutto pastori. Per questo vogliamo fare nostre queste parole del Papa: «Invito i pastori ad ascoltare con affetto e serenità, con il desiderio sincero di entrare nel cuore del dramma delle persone e di comprendere il loro punto di vista, per aiutarle a vivere meglio e a riconoscere il loro proprio posto nella Chiesa» (312).
Con affetto in Cristo.
I vescovi della Regione
5 settembre 2016
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Qui di seguito l’intero testo originale
Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia
Estimados sacerdotes:
Recibimos con alegría la exhortación Amoris laetitia, que nos llama ante todo a hacer crecer el amor de los esposos y a motivar a los jóvenes para que opten por el matrimonio y la familia. Esos son los grandes temas que nunca deberían descuidarse ni quedar opacados por otras cuestiones. Francisco ha abierto varias puertas en la pastoral familiar y estamos llamados a aprovechar este tiempo de misericordia, para asumir como Iglesia
Ahora nos detendremos sólo en el capítulo VIII, dado que hace referencia a «orientaciones del Obispo» (300) en orden a discernir sobre el posible acceso a los sacramentos de algunos «divorciados en nueva unión». Creemos conveniente, como Obispos de una misma Región pastoral, acordar algunos criterios mínimos. Los ofrecemos sin perjuicio de la autoridad que cada Obispo tiene en su propia Diócesis para precisarlos, completarlos o acotarlos.
1) En primer lugar recordamos que no conviene hablar de «permisos» para acceder a los sacramentos, sino de un proceso de discernimiento acompañado por un pastor. Es un discernimiento «personal y pastoral» (300).
2) En este camino, el pastor debería acentuar el anuncio fundamental, el kerygma, que estimule o renueve el encuentro personal con Jesucristo vivo (cf. 58).
3) El acompañamiento pastoral es un ejercicio de la «via caritatis». Es una invitación a seguir «el camino de jesús, el de Ja misericordia y de la integración» (296). Este itinerario reclama la caridad pastoral del sacerdote que acoge al penitente, lo escucha atentamente y le muestra el rostro materno de la Iglesia, a la vez que acepta su recta intención y su buen propósito de colocar la vida entera a la luz del Evangelio y de practicar la caridad (cf. 306).
4) Este camino no acaba necesariamente en los sacramentos, sino que puede orientarse a otras formas de integrarse más en la vida de la Iglesia: una mayor presencia en la comunidad, la participación en grupos de oración o reflexión, el compromiso en diversos servicios eclesiales, etc. (cf. 299).
5) Cuando las circunstancias concretas de una pareja lo hagan factible, especialmente cuando ambos sean cristianos con un camino de fe, se puede proponer el empeño de vivir en continencia. Amoris laetitia no ignora las dificultades de esta opción (cf. nota 329) y deja abierta la posibilidad de acceder al sacramento de la Reconciliación cuando se falle en ese propósito (cf. nota 364, según la enseñanza de san Juan Pablo 11 al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996).
6) En otras circunstancias más complejas, y cuando no se pudo obtener una declaración de nulidad, la opción mencionada puede no ser de hecho factible. No obstante, igualmente es posible un camino de discernimiento. Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetítía abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia.
7) Pero hay que evitar entender esta posibilidad como un acceso irrestricto a los sacramentos, o como si cualquier situación lo justificara. Lo que se propone es un discernimiento que distinga adecuadamente cada caso. Por ejemplo, especial cuidado requiere «una nueva unión que viene de un reciente divorcio» o «la situación de alguien que reiteradamente ha fallado a sus compromisos familiares» (298). También cuando hay una suerte de apología o de ostentación de la propia situación «como si fuese parte del ideal cristiano» (297). En estos casos más difíciles, los pastores debemos acompañar con paciencia procurando algún camino de integración (cf. 297, 299).
8) Siempre es importante orientar a las personas a ponerse con su conciencia ante Dios, y para ello es útil el «examen de conciencia» que propone Amoris /aetitia 300, especialmente en lo que se refiere a «cómo se han comportado con sus hijos» o con el cónyuge abandonado. Cuando hubo injusticias no resueltas, el acceso a los sacramentos es particularmente escandaloso.
9) Puede ser conveniente que un eventual acceso a los sacramentos se realice de manera reservada, sobre todo cuando se prevean situaciones conflictivas. Pero al mismo tiempo no hay que dejar de acompañar a la comunidad para que crezca en un espíritu de comprensión y de acogida, sin que ello implique crear confusiones en la enseñanza de la Iglesia acerca del matrimonio indisoluble. La comunidad es instrumento de la misericordia que es «inmerecida, incondicional y gratuita» (297).
10) El discernimiento no se cierra, porque «es dinámico y debe permanecer siempre abierto a nuevas etapas de crecimiento y a nuevas decisiones que permitan realizar el ideal de manera más plena» (303), según la «ley de gradualidad» (295) y confiando en la ayuda de la gracia.
Somos ante todo pastores. Por eso queremos acoger estas palabras del Papa: «Invito a los pastores a escuchar con afecto y serenidad, con el deseo sincero de entrar en el corazón del drama de las personas y de comprender su punto de vista, para ayudarles a vivir mejor y a reconocer su propio lugar en la Iglesia» (312).
Con afecto en Cristo.
Los Obispos de la Región
05 de septiembre de 2016
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Carta del Papa Francisco en respaldo a los criterios de aplicación del capítulo VIII de «Amoris laetitia»
Vatícano, 5 de septiembre de 2016
Mons. Sergío Alfredo Fenoy
Delegado de la Regíón Pastoral Buenos Aires
Querido hermano:
Recibí el escrito de la Región Pastoral Buenos Aires «Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetítia». Muchas gracias por habérmelo enviado; y los felicito por el trabajo que se han tomado: un verdadero ejemplo de acompañamiento a los sacerdotes… y todos sabemos cuánto es necesaria esta cercanía del obispo con su clero y del clero con el obispo. El prójimo «más prójimo» del obispo es el sacerdote, y el mandamiento de amar al prójimo como a sí mismo comienza para nosotros obispos precisamente con nuestros curas.
El escrito es muy bueno y explícita cabalmente el sentido del capítulo VIII de Amoris laetitia . No hay otras interpretaciones. Y estoy seguro de que hará mucho bien. Que el Señor les retribuya este esfuerzo de caridad pastoral.
Y es precisamente la caridad pastoral la que nos mueve a salir para encontrar a los alejados y, una vez encontrados, a iniciar un camino de acogida, acompañamiento, discernimiento e integración en la comunidad eclesial. Sabemos que esto es fatigoso, se trata de una pastoral «cuerpo a cuerpo» no satisfecha con mediaciones programáticas, organizativas o legales, si bien necesarias. Simplemente acoger, acompañar, discernir, integrar. De estas cuatro actitudes pastorales, la menos cultivada y practicada es el discernimiento; y considero urgente la formación en el discernimiento, personal y comunitario, en nuestros Seminarios y Presbiterios.
Finalmente quisiera recordar que Amoris laetitia fue el fruto del trabajo y la oración de toda la Iglesia, con la mediación de dos Sínodos y del Papa. Por ello les recomiendo una catequesis completa de la Exhortación que ciertamente ayudará al crecimiento, consolidación y santidad de la familia.
Nuevamente les agradezco el trabajo hecho y los animo a seguir adelante, en las diversas comunidades de las diócesis, con el estudio y la catequesis de Amoris laetitia.
Por favor, no se olviden de rezar y hacer rezar por mí.
Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide.
Fraternalmente,
Francisco