Non è proibito, per un Vescovo, avere coraggio e parlare chiaro


Non Introversae Ecclesiae Pastor Bonus





Mons Mauro Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa, ha pubblicato, nello scorso mese di febbraio, le Indicazioni Pastorali sulla Comunione Eucaristica e la Santa Messa nella “forma straordinaria”. 


La lettura che il Vescovo di Alghero-Bosa propone delle questioni che riguardano sia la “comunione sulla mano” sia la “messa in rito antico” appare ben documentata, accuratamente motivata e lucidamente equilibrata. In particolare viene evitato l’uso strumentale del Motu Proprio “Summorum Pontificum” o delle “prassi particolari” invalse in Vaticano fino a 15 mesi fa. Vorrei sottolineare la finezza del dettato del documento, la sua proprietà e la sua fondatezza, pastorale e dottrinale. E’ un documento equilibrato, che riporta a ragione e a tradizione le irragionevoli pretese tradizionalistiche, che hanno assunto eco macroscopica e quasi caricaturale nella Istruzione “Universae Ecclesiae”, con cui la Commissione “Ecclesia Dei” ha preteso di interpretare Benedetto XVI, forzandone senza scrupolo il pensiero e le intenzioni.
Come ho già fatto notare in altra occasione, quando un documento di una Commissione Vaticana arriva a coprire con un velo pietoso di “legittimità” la strategia – piena di finzioni giuridiche e di falsificazioni quantitative – con cui i tradizionalisti cercano da sempre di cambiare le carte in tavola e di camuffare il corso della storia, questo segna profondamente la attendibilità e la serietà dell’organo che emana un tale testo. Se fosse legittimo e stabile il “coetus” composto di fedeli appartenenti a “diocesi diverse”, questo renderebbe possibile che tre uomini, di tre diocesi diverse, costituissero tre “gruppi legittimi” in tre diocesi alternative. Ma entia non sunt multiplicanda praeter pudicitiam. Ogni Vescovo di buon senso non può che restare scandalizzato da questa prospettiva spudorata e aberrante, che deve essere apertamente respinta e severamente giudicata come una minaccia alla comunione ecclesiale.  
Mons. Mauro Morfino cita solo marginalmente questo infelicissimo documento. Questo è segno di finezza e di coraggio.  Così egli può ristabilire, secondo tradizione, il modo equilibrato di distribuire la comunione – senza alcuna possibilità per il pastore di imporre una forma diversa da quella scelta dal fedele – e di celebrare la messa secondo il rito ordinario, stabilito dopo il Concilio Vaticano II, senza reali possibilità di poter applicare il rito straordinario dove non ricorrano le strette condizioni precisate dal MP di papa Benedetto.
Questo è il buon senso di un pastore: lasciare spazio agli altiora principia sanciti dal Vaticano II. Come voleva già prima del Concilio Giovanni XXIII. Come poi, dopo il Concilio, ha deliberato Paolo VI. E come nessuno ha più avuto il coraggio di smentire, senza collocarsi per ciò stesso fuori dalla storia, oltre che fuori dalla Chiesa.

Il testo integrale delle “Indicazioni Pastorali” si trova al seguente indirizzo:
http://www.diocesialghero-bosa.it/modules.php?modulo=mkNews&file=viewattachment&nid=500&aid=6af18bbafd2ff5ce1002fa81cd6f8c45

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