Per una catechesi non autoreferenziale: E. Biemmi e il “prendersi cura di Dio”




E’ appena uscito un volume prezioso, anzitutto per la catechesi, ma più in generale per la esperienza di formazione/iniziazione cristiana, che si intitola “I fondamentali della fede. Il Credo, i sacramenti, i comandamenti, il Padre Nostro” (ed. E. Biemmi, Bologna, EDB, 2013) . E’ il frutto del lavoro di una Equipe (detta “Equipe di Siusi”) che per molti anni ha lavorato molto seriemante su una proposta rinnovata ed efficace di catechesi. Propongo qui l’introduzione del volume, a firma del curatore del volume e della iniziativa, fr. Enzo Biemmi. Con l’auspicio che il Dio che si prende cura dell’uomo possa suscitare quel “prendersi cura di Dio” che rappresenta, a tutti gli effetti, il fondamentale dei fondamentali di tutta l’azione di catechesi cristiana.


Dalle settimane di formazione di Siusi uno stimolante laboratorio di catechesi

– Lasciare una traccia. È la prima pretesa di questo libro frutto del lavoro di donne e uomini credenti che hanno rivisitato durante quattro anni le grandi sintesi della fede cristiana: il Credo, i sacramenti, i comandamenti e il Padre nostro . Non si tratta solo del lavoro dei differenti esperti che firmano i contributi qui contenuti. Sono centinaia di persone di diversa età e statuto ecclesiale che hanno vissuto un grande laboratorio di fede, per rivisitare e far rivivere i contenuti che la Tradizione cristiana ci ha consegnato. Questi contenuti, riassunti nei quattro capitoli del Catechismo della Chiesa Cattolica, li abbiamo chiamati “fondamentali”. Abbiamo preferito dare loro questo nome, piuttosto che quello di “pilastri” o “fondamenti”, immagini queste che evocano qualcosa di solido, ma anche di statico e di immobile. L’espressione “fondamentali” viene dal linguaggio sportivo: essa indica i riferimenti da cui non ci si deve mai scostare, ma che, una volta assimilati, danno vita a partite di gioco sempre diverse, aprono il gioco creativo di una squadra e dei suoi singoli membri. E più la squadra assimila i fondamentali più gioca partite belle e mai uguali. Li abbiamo riscoperti così i quattro fondamentali della fede, partendo da quello che tutti li sostiene, il Simbolo della fede.  E così li consegniamo in questo scritto, più come pista di direzione che come proposta esaustiva. Come invito a seguire questa strada: il ritorno all’essenziale della fede senza fare dei suoi dogmi, dei suoi riti, delle sue norme morali degli oggetti da museo; l’approfondimento dei contenuti della fede senza farne un uso miseramente dottrinale; l’assimilazione delle parole, dei riti e del patrimonio etico della Tradizione cristiana senza farne una gabbia per i credenti. Dei riferimenti che ispirano e non che aspirano.
– Ma c’è una seconda pretesa in questo libro. Quella di educare a prendersi cura di Dio, secondo la bella espressione di Etty Hillesum. Perché proprio questo è avvenuto mettendo in atto il nostro laboratorio di fede. Ci siamo accorti che le sintesi della fede possono facilmente contribuire a fare la caricatura del volto di Dio, a stravolgerne i connotati. Basta pensare alle formule del Credo, partendo dalla sua prima frase, quella sulla paternità onnipotente di Dio. Basta un niente per dire “Credo in Dio Padre onnipotente” e pensare “Credo in Dio onnipotente”, passando così dalla paternità inesauribile del Dio di Gesù Cristo all’onnipotenza delle divinità precristiane. Un niente che abbruttisce la figura di Dio e rende culturalmente inabitabile la fede cristiana. Basta pensare, ad esempio, ai disastri per Dio e per noi dell’avere ridotto le dieci parole di libertà (Decalogo) ai “dieci comandamenti”, a un complesso di precetti e divieti slegati dall’unica cosa che li sostiene: la relazione liberatrice di Dio che ci tira fuori da ogni possibile ritorno alla schiavitù. Il testo mostra questa cura, persino minuziosa, a proteggere il volto di Dio, a fare dei riferimenti della fede degli indicatori autorevoli e delle porte di entrata nel mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, proteggendo dalla tentazione sempre presente di racchiudere Dio negli schemi umani. Anche i dogmi, quando sono utilizzati per dire tutto su Dio, rischiano di diventare idoli in mano agli uomini. C’è dunque un possibile cattivo uso della Tradizione e del Catechismo che la custodisce. Questo libro educa a un buon uso dei fondamentali e del Catechismo della Chiesa Cattolica.
– Il testo è diviso in due parti. La prima, più estesa, contiene i migliori contributi di riflessione di questi quattro anni su ognuno dei quattro fondamentali. Sarà facile riconoscere che viene sempre percorso lo stesso itinerario: ogni fondamentale viene rivisitato immergendolo nelle Scritture, affrontandolo dal punto di vista antropologico, tentandone una sintesi teologica, evidenziandone i risvolti esistenziali e le implicazioni per la catechesi e la pastorale. Lungi dal pretendere di avere detto l’ultima parola su queste questioni (e neppure la più bella), conta comprendere il dinamismo: un lavoro a monte e a valle per “far cantare il deposito della fede”. A monte, mostrando che ogni parola, ogni rito, ogni scelta cristiana nasce dalla storia che Dio ha fatto con l’uomo, una storia in corso che le Scritture non cessano mai di raccontare. A valle, evidenziando che ogni parola, ogni rito, ogni norma cristiana è per la vita delle persone, è dono di vita buona per ciascuno e per tutti. In mezzo, tra le due, si colloca tutto l’impegno a rendere comprensibile, intelligibile e bella la Tradizione viva della nostra fede.
La seconda parte, più breve, mostra un esito concreto di questo lavoro: la possibilità di farne un percorso di formazione di base per i catechisti. Vengono quindi presentati, in forma schematica, dei laboratori su ognuno dei quattro fondamentali, in modo che coloro che sono chiamati dalla comunità ecclesiale ad essere catechisti sappiano rendere ragione della speranza che è in loro, trasmettano la fede della Chiesa, comunichino la vita buona del Vangelo.
In questo anno della fede, nella memoria del Concilio Vaticano II, nel solco del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, possa questo lavoro essere un contributo significativo per riscoprire la bellezza della nostra fede e poterla comunicare a tutti “perché la nostra gioia sia piena” (1Gv, 1,4).

fratel Enzo Biemmi
coordinatore del progetto dei quattro fondamentali della fede

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