Sostiene Cirillo. La guerra metafisica contro il peccato sessuale


AdamEvaOtranto

Nella “Domenica del Perdono”, che ha concluso il Carnevale e ha aperto alla Quaresima, è stato pronunciato un Sermone da parte del Patriarca di Mosca, che così possiamo riassumere:

La primavera spirituale è come la primavera naturale, sostiene Cirillo. La vita si rinnova, in primavera, e per questo la Pasqua cade in primavera: la fede cristiana afferma la vita, contro la morte, contro la distruzione. Ma bisogna seguire le leggi di Dio per vivere, per non perire, egli sostiene.

Questa primavera, sostiene Cirillo, è oscurata dai gravi eventi del Donbass, dove per otto anni si è cercato di distruggere ciò che esiste e ora c’è un rifiuto fondamentale dei valori  dei potenti del mondo. Cirillo sostiene che oggi c’è un “test”: il mondo “felice”, il mondo della libertà “apparente” si rivela terrificante nel chiedere una sfilata dell’orgoglio gay, come prova di fedeltà al mondo dei potenti. Chi la rifiuta, sostiene, diventa un estraneo.

Queste “marce della dignità” promuovono il peccato che Dio condanna: Dio chiede al peccatore di pentirsi, non di essere riconosciuto e tollerato, sostiene Cirillo. La civiltà finirà se l’umanità accettasse la violazione della legge di Dio come una variante del comportamento umano, sostiene. Se una parata del gay pride si impone, la resistenza della gente viene soppressa con la forza. Con la forza, sostiene Cirillo, si impone la negazione di Dio e della verità sulle persone.

Ciò che accade oggi a livello internazionale, sostiene Cirillo, non riguarda solo la politica, ma riguarda la salvezza umana, il giudizio di Dio che giudica la storia. Questo ha più di un significato teorico o spirituale: oggi, egli sostiene, c’è una guerra intorno a questo argomento: il silenzio del mondo su otto anni di sofferenze che cosa significa? Nella domenica del perdono tutti devono perdonare, sostiene Cirillo, ma senza giustizia il perdono è debolezza. Il perdono deve stare accanto al diritto indispensabile di stare dalla parte della luce e dei comandamenti di Dio, sostiene.

La nostra lotta non ha un significato fisico, sostiene Cirillo, ma metafisico. Se in questa guerra gli ortodossi e i credenti scelgono la via della minor resistenza e obbediscono ai poteri forti del mondo,  Cirillo sostiene che comunque non dovranno mai essere sopportati coloro che distruggono la legge di Dio e appoggiano il peccato come modello di comportamento.

I nostri fratelli nel Donbass, popolo ortodosso, stanno soffrendo, sostiene Cirillo. Noi preghiamo perché conservino la fede ortodossa, non soccombano alla tentazione e la pace arrivi presto. Che il Signore abbia pietà della terra del Donbas, dove da otto anni c’è l’impronta del peccato e dell’odio, sostiene Cirillo.

Perdonare è deporre l’odio e la vendetta, ma non possiamo cancellare le malefatte umane lassù in cielo, bensì, sostiene Cirillo, consegnamo i nostri malfattori nelle mani di Dio. Che Dio pronunci il suo giudizio su tutti, anche su coloro che si assumono la responsabilità più pesante, allargando l’abisso tra i fratelli e riempiendolo di odio, sostiene.

I giorni della Quadragesima ci conducano alla gioia della Pasqua: anche coloro che oggi stanno combattendo, spargendo sangue e soffrendo possano entrare nella gioia della resurrezione, nella pace e nella tranquillità, sostiene Cirillo.

Che gioia può esserci, egli sostiene, se alcuni sono in pace e altri in potere del male e nel dolore delle lotte intestine?

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