Munera 1/2025 – Lucia Galvagni » Naufragi dell’esistenza: uno spazio per la cura nella società degli spettatori?

Come guardiamo alla vita in questo tempo complesso, nel quale sempre più spesso eventi tragici attraversano le nostre esistenze, toccandole in prossimità e a distanza? Come ci rapportiamo alle dimensioni – all’apparenza incontenibili – della distruzione, della povertà, della disperazione che, sempre più di frequente ormai, segnano le nostre quotidianità? Quale effetto produce in noi osservare scenari di guerra, ascoltare i racconti di chi li sperimenta e li vive, di chi li conosce di riflesso e da essi è personalmente toccato e profondamente turbato, piuttosto che incontrare situazioni quotidiane di povertà o disperazione, riguardanti persone che stanno di fronte a noi?

Ciò a cui assistiamo sradica certezze e aspirazioni, rimette in discussione convinzioni e comportamenti, chiama in causa ciascuna e ciascuno di noi, a patto di sapersi lasciar toccare da tali condizioni, a patto di saper identificare modalità di recepire e reagire a quanto osserviamo, inermi, mentre siamo comodamente seduti sui nostri divani, materiali o metaforici essi siano.

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