I gravi problemi dovuti all’acqua – approvvigionamento, tutela dall’inquinamento e difesa da piene e siccità – saranno esacerbati nel futuro dai trend globali relativi a popolazione, urbanizzazione, cambiamenti climatici e sicurezza alimentare. Si fa strada quindi la convinzione che sia necessario evitare che le decisioni siano frutto di un brutale rapporto di forza tra poteri economici e politici e che le soluzioni proposte siano guidate da robusti principi etici.
Molte indicazioni di carattere etico per evitare le ricorrenti crisi idriche e garantire un’utilizzazione sostenibile ed equa delle acque possono considerarsi generalizzazioni di criteri tecnici specifici maturati nelle esperienze di pianificazione e gestione delle acque. Esse hanno il vantaggio di affrontare i problemi reali, ma non sempre sono fondate su principi etici in grado di rispondere alla sfida di una “governance globale delle acque”.
D’altra parte, si può constatare che l’applicazione diretta di principi generali dell’etica sociale e ambientale alla soluzione dei problemi delle acque è molto limitata. Infatti, la riflessione etica sui problemi dell’ambiente è stata prevalentemente di tipo metodologico e ha privilegiato altre questioni, quali gli effetti dei cambiamenti climatici o la riduzione della biodiversità; sono poche le esperienze di lavoro comune di cultori di etica e di esperti di risorse idriche.
Occorre riconoscere che il progressivo affermarsi di principi etici nella governance delle risorse idriche è soprattutto frutto dell’impegno di altri protagonisti. Anzitutto le ONG, i movimenti e le associazioni di volontariato, che hanno condotto difficili battaglie contro le privatizzazioni dei servizi idrici per assicurare l’acqua potabile alle fasce più deboli della popolazione (come, per esempio, a Cochabamba in Bolivia nel 2000) e hanno rivendicato l’accesso all’acqua potabile quale diritto umano universale, anche attraverso le violente contestazioni contro le multinazionali dell’acqua in occasione dei World Water Forum di Città del Messico (2006) e di Istanbul (2009). Poi coloro che hanno promosso la legislazione internazionale e/o sovranazionale tendente a evitare i conflitti e a sviluppare la cooperazione in materia idrica, specie nei bacini transfrontalieri. Il loro lavoro è in genere sottovalutato e poco conosciuto.
Con riferimento a tali considerazioni, il presente contributo intende esaminare il ruolo che le convenzioni internazionali e gli altri strumenti giuridici sviluppati dalla comunità internazionale hanno svolto e possono svolgere per inserire i principi etici nella governance globale delle acque.