Negli ultimi anni il concetto teologico e filosofico di “popolo” ha motivato inediti dibattiti e ispirato molteplici riflessioni teoriche. Il popolo sembra essere tornato a occupare un posto di rilievo, sia nelle discussioni accademiche sia nella quotidianità del linguaggio mediatico. Proprio nella comunicazione ordinaria si può constatare il frequente ricorso a questo termine per indicare nuove entità collettive: si pensi a espressioni quali “popolo di internet” o “popolo dei consumatori”. Non passano inosservate neanche le degenerazioni semantiche del temine: è il caso del “populismo”, fenomeno con cui sempre più spesso, talvolta in modo impreciso e generico, vengono identificate le disfunzioni della rappresentanza e della partecipazione politica nell’era postdemocratica.
La ritrovata attenzione per ciò che il “popolo” e il “popolare” designano non può essere disgiunta da un’analisi della liberalizzazione e della depoliticizzazione che sta interessando questi due termini. L’aggettivo “popolare” viene oggi applicato a un numero crescente di fenomeni e di movimenti proprio perché, nel corso degli ultimi decenni, è stato in gran parte privato tanto delle implicazioni politiche, quanto delle contaminazioni ideologiche novecentesche. Il “popolo” quale autonomo soggetto collettivo, pur non rimandando principalmente o esclusivamente a una precisa identità politica o nazionale, viene oggi caricato di numerosi significati sociali. Per questa ragione è necessario orientarsi nei processi che hanno portato alla diversificazione dell’idea di popolo, al fine di scorgerne le accezioni feconde e le implicazioni utili per la lettura del tempo presente.
Anche l’attualità ecclesiale e la recente riflessione teologica registrano nuovi e interessanti impieghi dell’idea di popolo. Si pensi, nel primo caso, al costante dialogo che papa Francesco ha intrattenuto fin dall’inizio del suo pontificato con i movimenti popolari. Sul versante teologico invece si può osservare una ritrovata e diffusa attenzione nei confronti del popolo soprattutto a causa dell’approfondimento di alcuni temi ecclesiologici conciliari e postconciliari, ma anche in virtù della necessità di approfondire l’attualità pastorale e magisteriale della Chiesa alla luce del paradigma della “teologia del popolo”.
Questo saggio vuole essere un contributo interpretativo e propositivo nell’ambito degli usi contemporanei del temine “popolo” e dei processi sociali di attribuzione dell’aggettivo “popolare”. Per questa ragione verrà favorito, nelle pagine seguenti, un più attento e fecondo dialogo tra gli sviluppi più recenti dell’insegnamento sociale della Chiesa e le questioni emergenti nel campo della filosofia sociale contemporanea. Promuovere uno scambio approfondito e intelligente tra questi due versanti disciplinari è un’opera quanto mai necessaria e impellente per proporre modelli alternativi all’addomesticamento economicistico dei popoli e dei movimenti popolari.