Munera 1/2022 – Adriano Giannola >> Nord-Sud-UE: crisi, divari, PNRR

Tema tutto italiano quello dei divari territoriali fin dall’Unità. Sintetizzato nell’impegnativo motto “Questione meridionale, questione Nazionale”, esso da tempo non è più di moda, messo in sordina all’ inizio degli anni’90 del secolo scorso dalla virulenza della “questione settentrionale” e, nel 2001, dalla maldestra riforma del Titolo V della Costituzione che cassò il Mezzogiorno dal “nuovo” articolo 119. La riforma annunciava – senza mai citarlo – l’avvento di un modello di federalismo fiscale equo e solidale le cui nobili intenzioni dopo quasi dieci anni, nel 2009, furono parzialmente tradotte nella legge 42 di attuazione del novellato articolo 119… della quale si attende ancora l’applicazione.

Indomiti, i divari, intanto, corrono, peggiorano, si moltiplicano. A quello storico (Nord-Sud) si aggiunge la novità del divario tra il Paese e l’Unione Europea (UE) che investe tutte le Regioni nessuna esclusa. Una mutazione strutturale che diviene nel corso degli anni particolarmente preoccupante per le “Regioni locomotiva” del ricco Centro-Nord incamminate verso un rapido declino. In verità, da più di 25 anni, questa è una “novità vecchia” della quale non è politicamente corretto discutere tra italiani; a preoccuparsene, invece, è la UE per via del nostro poco rassicurante equilibrio economico-finanziario, potenzialmente destabilizzante per le sorti dell’Unione.

Tutti i nodi vengono al pettine della Storia; l’occasione è data dal drammatico appuntamento con la verità imposto dalla pandemia che obbliga la UE alla repentina condivisione di un debito pubblico comunitario e il – temporaneo – superamento della severa austerità di Maastricht. In questo quadro avviene il varo del piano finanziario Next Generation EU da noi tradotto in Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa (PNRR) con il quale si affronta l’emergenza con un blando ritorno alla visione del libro bianco di Delors.

Questa inversione ad U dovrebbe indurci a fare finalmente il punto, invertire la rotta e mettere in giusta prospettiva i nostri interessi da fondatori della UE.

Acquista l'articolo
per continuare a leggere acquista questo articolo

Utente biblioteche abbonate: clicca qui »

Share