In questo contributo vorrei concentrarmi sulle conseguenze che la mercatizzazione ha su un’istituzione centrale della nostra società: la scuola. Nel corso degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta del secolo scorso si è avviata una lunga e articolata discussione sia tra gli esperti sia nel mondo politico sulla necessità di riformare il sistema scolastico italiano. Il problema principale da risolvere era quello di far funzionare meglio la scuola pubblica, diventata ormai una struttura elefantiaca difficilmente governabile. Essa, si diceva, non avrebbe più potuto continuare a operare con un’organizzazione centralistica e burocratica. L’esigenza di decentramento era anche legata al fatto che da tempo si includevano nel “sistema formativo” molti soggetti pubblici e privati del territorio. Queste e altre ragioni sembravano imporre nuovi meccanismi di governo decentrato del sistema. In Italia, il decentramento è stato realizzato scegliendo la formula del riconoscimento di autonomia amministrativa, didattica e organizzativa direttamente alle scuole.
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