Munera 2/2024 – Gaia Colombo » Che cosa meritano le ragazze e i ragazzi. Carla Melazzini e la dura arte del dialogo vero

«La mia esperienza di insegnante mi ha insegnato a sospettare che il mondo adulto si specchi negli occhi dei nostri adolescenti come una gigantesca menzogna. Se il sospetto non è infondato, e penso che non lo sia, ho l’impressione che nelle nostre aule scolastiche si consumi quotidianamente un disastro di lunga durata, che nessun Pubblico Ministero con nessun avviso di garanzia potrà, temo, sanare». Scrive così Carla Melazzini in Insegnare al principe di Danimarca, diario poetico di una scuola “non scuola”, nata grazie al progetto Chance, finanziato dalla Legge Turco sull’infanzia e l’adolescenza (L. 285/1997). Siamo nella periferia di Napoli, qui il 18 febbraio del 1998 Giovanni Gargiulo, quattordici anni, parcheggiatore abusivo, scuole dell’obbligo mai terminate, è stato ucciso con tre colpi di pistola: un avvertimento per il fratello che aveva deciso di collaborare con la giustizia. La storia di Chance inizia con questo fatto di cronaca, l’obiettivo, sul quale convergono il Ministero della pubblica istruzione, il Provveditorato agli studi e il Comune di Napoli, l’Università Federico II e agenzie educative del privato sociale, è recuperare i

«dispersi dalle liste scolastiche: assenteisti, bocciati, espulsi, segnalati dalla Procura della Repubblica».

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