Gli algoritmi supportano da tempo varie pubbliche amministrazioni italiane, si pensi all’attribuzione di sedi lavorative agli insegnanti, al calcolo delle tariffe di energia e rifiuti da parte dell’autorità indipendente di settore, alle sovvenzioni allo spettacolo, all’e-procurement (ricerca e acquisizione di beni mediante internet) con aggiudicazione al prezzo più basso.5 Oltre a questi algoritmi estremamente semplici, basati su una logica lineare, emergono applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) a supporto dell’organizzazione, della prestazione di servizi e del
processo decisionale di varie amministrazioni, centrali e locali.
Le applicazioni dell’IA nel settore pubblico (oltre che privato) hanno messo in luce numerosi vantaggi. Si pensi alla possibilità di processare una enorme mole di dati e dunque di arrivare a decisioni particolarmente informate e precise, così come a una programmazione dei controlli mirata alle attività o imprese a più alto rischio (che si tratti di controlli sulla manipolazione dei mercati svolti dalle autorità di vigilanza dei mercati finanziari o della rilevazione di anomalie nell’aggiudicazione di appalti pubblici). Ciò comporta non solo un risparmio di tempo e di risorse finanziarie, ma anche il raggiungimento di risultati irrealizzabili dalle pubbliche amministrazioni che si affidino alla sola intelligenza umana. Vanno aggiunti, inoltre, i temi centrali dell’eliminazione dell’errore umano e della riduzione delle occasioni di corruzione. Dunque, si può dire che le nuove tecnologie supportino il diritto a una buona amministrazione.