Munera 3/2024 – Christophe Carraud » Uno stupore davanti a tanta precipitazione

Si parla molto, in questi ultimi tempi, di fine del mondo. Tuttavia, occorre fare un po’ di chiarezza e ricordare ciò che è evidente: parlare di fine del mondo significa ammettere che non si conosce ciò di cui si parla; lo si conoscerebbe, del resto, soltanto a cose fatte, se solo una cosa del genere fosse concepibile. E, ad essere precisi, non lo è (“È andato dunque tutto bene?”). L’a posteriori, cioè la storia, non ha possibilità di esistere in questo caso.  Eppure, se ne può parlare con cognizione di cause(e). Senza contare che, se vogliamo soffermarci un attimo sulla parola, scopriremo che c’è effettivamente una giuridicità della fine. Ci ritorneremo più avanti.

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