Il Vaticano II si confrontò seriamente con il moderno, anzi lo seppe assumere, secondo la sensibilità di Paolo VI. Non ridusse cioè la Chiesa alla modernità, ma accolse tutte le aperture e i valori dell’umanesimo moderno e, insieme, mirò a esprimere – con linguaggio moderno – la “differenza cristiana” che contraddice ogni civiltà umana, dunque anche la civiltà moderna, perché punta a trascendere ogni orizzonte terrestre per ritrovare nella dimensione spirituale soprannaturale il fondamento della carità.
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