Munera 3/2020 – Chiara Boatti >> Il sogno che non finisce. La città delle donne (1980). Cento anni dalla nascita di Federico Fellini

Prima dell’avvio della narrazione, sui titoli di testa si sente la risata divertita e suadente di una donna che, con l’invito: «Prego, Maestro», dà inizio a un motivo per pianoforte (lieve come il suo titolo, Panna e mirtilli), per la colonna sonora di Luis Bakalov. Da subito una voce femminile in un film che prende a soggetto proprio le donne, rendendole protagoniste più di quanto non lo sia il personaggio principale, lo Snàporaz/Marcello di Mastroianni e alter ego dello stesso Fellini. Come il timbro di questi due primi elementi sonori, l’introduzione al film preannuncia che con La città delle donne l’autore non si prenderà troppo sul serio, non ci prenderà troppo sul serio. E una tra le caratteristiche del film che occorre rilevare per prima è proprio la sua comicità, soprattutto nella prima parte. Oltre a una sostanziale ambiguità.

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