«Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera […] perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto» (Sl 33,6.9). A questa espressione del Salmo, che richiama il testo genesiaco della creazione (Gn 1,26-28), fa eco l’evangelista Giovanni quando, nel Prologo del suo Vangelo, afferma: «Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gv 1,3). Le due citazioni bibliche rivelano come da sempre Dio abbia preso l’iniziativa: la sua Parola creatrice e la sua Parola incarnata costituiscono la categoria chiave che Lo rivela e che ci conduce a Lui. È il Verbo incarnato a dare senso alla liturgia, a permettere che la Parola si trasformi in azione: la liturgia ha la capacità di trascendere il tempo e di inscriversi nell’eterno hodie del Creatore; ci permette, così, di partecipare alla vita di Dio e alla creazione del mondo mai interrotta. Le pagine che seguono si propongono di ridestare nel lettore la nostalgia dell’Unum Necessarium. Nella frenesia quotidiana, l’uomo contemporaneo trascura l’Essenziale smarrendo sé stesso e dando vita a una società sempre più confusa. Proprio a questi uomini e a queste donne che hanno “perso la bussola” il Signore ripete: «Ritornate a me con tutto il cuore» (GI 2,12).
Informazioni sull'autore
Pasquale Zecchini è parroco e insegna Religione al Liceo Scientifico “G. Salvemini” di Bari. È docente di Teologia liturgica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Sabino” di Bari; è membro del Centro di Azione Liturgica e dell’Associazione Professori di Liturgia e consulente esperto in Liturgia riconosciuto dalla CEI per Concorsi di progettazione di nuove chiese e di adeguamento liturgico di cattedrali.