Che motivo c’è di celebrare se ciò che conta per i cristiani è comportarsi bene? Che senso ha compiere riti o, peggio, sprecare tempo e risorse per la liturgia se ciò che conta è la carità? Come si può giustificare la liturgia, in particolare le sue feste, con le sue pretese, a fronte delle necessità dei poveri? Il discredito della liturgia fa eco alla domanda posta a Gesù. Questo studio tenta una risposta attraverso la dinamica antropologica estremamente attuale del dono: il dono può essere la categoria antropologica e teologica che motiva la celebrazione liturgica evitando di ridurla all’osservanza di una mera regola, riscoprendone il senso. Lo studio procede dal piano speculativo al piano pastorale. Come il dono, anche il rito se smisurato può generare imbarazzo e se banalizzato può scadere nell’insignificanza. Questo libro cerca i criteri per una celebrazione nella quale sia possibile gustare il Dono di Dio e nella quale la Chiesa possa “riceversi” come donata.
Informazioni sull'autore
Sebastiano Bertin (1990), presbitero della diocesi di Padova dal 2016, è vicario parrocchiale in due parrocchie. Oltre all’impegno pastorale, si è formato con licenza e dottorato all’Istituto di Liturgia Pastorale Santa Giustina di Padova, nel quale ora presta servizio come docente. Ha pubblicato la sua tesi di dottorato sul senso teologico dell’azione: Actio. L’azione rituale crocevia tra Dio e l’uomo (CLV, 2024).