Molte cose stanno accadendo sotto il cielo della nostra democrazia mentre la politica assediata va distribuendo scomuniche ai comportamenti che la mettono in discussione. Lo sforzo di queste pagine è di indagare come l’antipolitica non sia condannata a restare perennemente tale, nel senso che politica e antipolitica si contendono il medesimo spazio. Nella quotidianità, nell’organizzazione, nelle istituzioni. A separarle un confine transitabile nei due sensi. E questa è una buona notizia. Il mantra corrente non è più che la politica sia cosa sporca, ma cosa inutile. È la sua “inutilità percepita” che impedisce di difendere il primato della politica contro l’antipolitica in nome di un Parlamento ritenuto finto.
È dunque richiesto alla politica il coraggio di chi si mette “in mezzo”, con il gusto prima di vivere e condividere la condizione e le aspirazioni della gente comune e “indignata”, per poi eventualmente governarla.
Informazioni sull'autore
Giovanni Bianchi, laureato in Scienze politiche all’Università Cattolica, insegnante di Filosofia e Storia nei licei, per molti anni presidente, prima lombardo e poi nazionale, delle ACLI, è stato tra i fondatori del P.P.I. Eletto Deputato alla Camera dal ’94 al 2006, ha fatto parte della Commissione Esteri. Nel 2008 ha coordinato il Partito Democratico milanese. Nel 2012 ha assunto la carica di Presidente nazionale dei Partigiani Cristiani.