Munera 1/2016 – Filippo Rossi >> Opere

L’opera di Filippo Rossi nasce nelle forme del realismo espressionista e approda, dopo un intenso itinerario artistico, a un linguaggio simbolico. Le sue creazioni abbandonano i tratti del gurativo e si sviluppano in segni evocativi. Non si tratta di opere astratte, ma iconiche, in quanto indicano un itinerario spirituale non aprioristicamente de nito. I soggetti rappresentati vanno al di là dell’idea di immagine che l’osservatore si aspetta e attingono all’esistenzialismo astratto. È una pittura che risulta nuova e, nello stesso tempo, antica.

Caratteristica di tutta la produzione di Rossi è l’attenzione alla materia. L’uso del colore è ciò che maggiormente coinvolge l’osservatore poiché fa sostare sui dettagli di perfezione-imperfezione che la luce – elemento essenziale di tutte le opere – rende, da ogni angolatura, sempre nuovi. I colori si dispongono secondo forme semplici che sanno essere evocative e profondamente umane. La luce, che si riverbera nelle numerose lame d’oro, diventa una forma artistica e liturgica dell’ascesi cristiana.

Rossi ricapitola tutto il suo stile nel più ricorrente soggetto delle sue opere: la Croce. Nelle sue varie forme essa dischiude ascesi, mistica, tratti e contraddizioni dell’umano. Essa è sempre una “croce gloriosa” che abbraccia tutto il mondo nell’umile segno di indicare il cammino di conversione. L’arte di Rossi è «un sismografo dei toni e dei suoni più impercettibili» (M. I. Rupnik) che attraverso la materia tocca le profondità dell’uomo.

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