Bach suonato da 5 ottoni: l’arte della fuga in forma sorprendente
Per ascoltare l’arte della fuga nella esecuzione dei “Canadian Brass” puoi cliccare https://youtu.be/b2bZdwEBlSM
Da qualche tempo ascolto Bach soprattutto in trascrizione. Lo devo ad uno spunto che viene da J-Y. Lacoste, il quale, interrogato sulle sue “passioni” in occasione di una sua conferenza romana, rivelò di amare due cose in particolare: il gioco del rugby e l’arte della fuga di Bach. Questa predilezione del grande filosofo francese risvegliò in me un antico desiderio: l’arte della fuga di Bach mi aveva sempre attirato, ma anche sempre in qualche modo respinto, per il suo carattere austero, esigente, apparentemente “introverso”. Questo mi ha messo sulle tracce della grande tradizione esecutiva di quell’opera. Così ho iniziato ad ascoltare le edizioni più famose, per organo, per pianoforte, per quartetto d’archi, per orchestra d’archi, per orchestra sinfonica. Tante cose belle, e la sequenza dei 17 contrappunti, tutti rigorosamente basati sul tema iniziale, sono davvero impressionanti. Ma in nessun caso mi era capitato di “comprendere” il testo come quando lo ascoltai eseguito, in modo brillante e potente, da 5 ottoni. E’ il caso dei “Canadian Brass”, che hanno inciso questo brano e ne offrono una lettura trasparente, emozionata, brillante e toccante. Ogni voce, che corrisponde ad uno strumento e ad un timbro diverso, emerge con una chiarezza e con una eloquenza mai udita prima. Davvero, se si ascolta questa versione, si scopre un’arte della fuga diversa e sorprendente. Con una brillantezza e una intensità veramente senza precedenti. Lo stesso gruppo ha inciso anche le “Variazioni Golberg”, in una versione altrettanto sorprendente. Ai curiosi e agli appassionati auguro buon ascolto.