Benedizioni di unioni omoaffettive: un piccolo libro


puòunamadre

 

In un piccolo libro, gli autori cercano di riflettere da teologi cattolici sulla questione delle “benedizioni di unioni omoaffettive”. Ecco la introduzione del testo, che presenta in sintesi il disegno del piccolo volume.

 

 Introduzione

Cum igitur in sexu femineo

non possit significari aliqua eminentia gradus,

quia mulier statum subiectionis habet,

ideo non potest ordinis sacramentum suscipere.”

S. Tommaso d’Aquino

Non sembri strano che prendiamo avvio da un responsum che Tommaso d’Aquino diede alla domanda se una donna possa accedere all’ordine sacro. Come prevedibile, la risposta di Tommaso fu negativa, ma è interessante l’argomentazione (cfr. Summa Theologiae: I, 92,1; S. Th. Suppl. 39,1). Da un lato, egli chiama in causa Aristotele e il suo trattato sulla Riproduzione degli animali, secondo il quale la donna nel processo di generazione avrebbe un ruolo meramente passivo rispetto all’uomo; ciò secondo una conoscenza ‘scientifica’ diffusa all’epoca, che poco conosceva circa l’ovulazione, le mestruazioni e così via. Dall’altro lato, Tommaso sostiene che, siccome l’ordine sacro richiede la potentia activa in ordine alla responsabilità ecclesiale, in analogia alla suddetta acquisizione naturalistica, l’ordine sacro è riservato solo ai maschi (possibilmente non omosessuali secondo recenti orientamenti confermati dalla Santa Sede). Il che significa che se oggi si dovesse dimostrare che la donna non solo ha un ruolo attivo nella generazione, ma addirittura ce l’ha preponderante rispetto al maschio, la domanda dovrebbe essere riformulata: ”può un maschio accedere all’ordine sacro”? Quale il responsum?
Ci stiamo introducendo con un tema apparentemente peregrino per rilevare l’interdipendenza tra la teologia e gli altri ambiti e strumenti della conoscenza. Da ciò deriva il delicato compito di un continuo processo di ripensamento di ogni acquisizione presunta corretta; tanto più se alcune affermazioni hanno radicalmente compromesso l’esistenza delle persone con sofferenze sia a livello personale (fisico, psichico…) che sociale (stigma ed emarginazione). A partire dalla condizione della donna ci avviciniamo alla condizione degli omosessuali, che, considerati contro natura, hanno subìto i più grandi torti nella storia della Chiesa. La riflessione, che pure ha il compito della rigorosa chiarificazione e argomentazione, punta ancor più a un processo di liberazione da pregiudizi e prassi discriminatorie. La comunità cristiana è chiamata a dare il suo contributo, convertendosi dalle responsabilità del passato e aprendosi alla perenne novità dello Spirito di amore del Risorto. Seppure con la consapevolezza della parzialità e provvisorietà, col nostro tentativo puntiamo a “ridurre il danno” alle persone nella profondità del loro mistero, dando spazio alla specificità di un loro contributo nella edificazione della vita ecclesiale.

Quindi, di fronte ad una “risposta” inadeguata, che fare? Bisogna pensare più a fondo. Una buona reazione alle difficoltà che la Chiesa sperimenta di fronte alla realtà consiste nell’offrire, come teologi, una parola di comprensione e di maggiore ampiezza, da intendersi come “servizio alla tradizione”, ad una tradizione che non diventa una “pietra da gettare”, ma una parola da comprendere e da tradurre, in una lingua e in una cultura nuova. Il nostro volumetto è perciò composto di due parti. Nella prima – di Andrea Grillo – si reagisce criticamente al “responsum” che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato lo scorso 15 marzo 2021 e si chiede alla teologia di continuare ad essere maestra di distinzioni. Nella seconda – di Cosimo Scordato – si imposta una riflessione sistematica per fornire un quadro teorico ed ecclesiale che possa giustificare, teologicamente e pastoralmente, la possibilità di benedire tutte le coppie, anche quelle omoaffettive.

Savona – Palermo, 25 marzo 2021

 Andrea Grillo  e Cosimo Scordato

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