Detenuti, volontari e parrocchiani ripuliscono i parchi del centro
La giornata indetta da Legambiente per la pulizia di parchi e strade delle nostre città ha dato la possibilità domenica scorsa a un gruppetto di detenuti di San Vittore di uscire per alcune ore. Con altri volontari del Comitato Lab Verde Circolare di via Dezza, il gruppo Carcere della parrocchia Fopponino e alcune ragazze della Comunità educativa delle Stelline, siamo stati al parco Solari, via Dezza e al parco Stendhal ed abbiamo ramazzato per tutta la mattina.
I detenuti erano sei, tre uomini e tre donne, tre italiani e tre stranieri, accompagnati da Silvana Di Mauro, la responsabile degli educatori del carcere, un mito di efficienza che conosco ormai da tempo, piena di attenzioni per quei ragazzi che tratta come fosse un’insegnante affezionata ai suoi studenti. Ridono, scherzano, lavorano con dedizione ed impegno.
Ogni tanto si ferma qualcuno, e ci fa i complimenti: “Bravi, ci voleva proprio!”. Ad una signora in bicicletta spiego l’iniziativa e, visto che era particolarmente interessata, mi soffermo sulla partecipazione dei detenuti. Cambia la sua espressione in volto: “Oddio! Ma come? E se scappano?”. Il dubbio era venuto anche a me, si intende. Già mi immaginavo i titoli sul giornale: “Evasi aiutati dalla parrocchia”. Ma “non succederà nulla, signora”, cerco di spiegarle. Non succede mai nulla quando le persone vengono responsabilizzate. Con le punizioni non si ottengono grandi risultati, l’esperienza lo insegna. Lo sanno bene anche i genitori. Solo coinvolgendo le persone, facendole sentire parte di un tutto, si ottiene il rispetto delle regole comuni. Basta far loro capire che stanno facendo qualche cosa di utile per sé e per gli altri e non scappano, non deludono la fiducia che si ripone in loro.
Le tre ore passano veloci. Concludiamo la mattinata all’Umanitaria, in compagnia di tutti i volontari dei parchi della zona e mangiamo volentieri le prelibatezze che ci sono state preparate. Sono presenti gli assessori alle politiche sociali di Milano, Gabriele Rabaiotti e della Regione, Stefano Bolognini. Elisa, una detenuta invitata a dare la sua testimonianza dice che ha trascorso una giornata in cui si è sentita utile alla collettività e chiede, a nome di tutti i detenuti, di essere aiutati quando sarà il momento a reinserirsi nella società. Perché questa è la loro vera esigenza, sentirsi accettati, e non marchiati a vita per aver commesso un errore per quanto grave.
Alle due scatta il rientro. Come Cenerentola, i detenuti devono essere puntuali, non possono tardare. Ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima occasione. Silvana e il gruppetto si incamminano, ordinati, soddisfatti, contenti, come fossero in gita scolastica. Contenti e soddisfatti, proprio come noi.
Pubblicato su Avvenire, Milano7, 29 settembre 2019.