“La Chiesa non è Google Traduttore”: sui limiti di “Liturgiam Authenticam” (intervista a P. Mele)
Ieri è apparsa sul blog di “Rai-News” – sul blog “Confini” di P. Mele – questa intervista, alla quale semplicemente rimando.
E’ apparsa oggi una traduzione inglese del testo, sul blog americano PrayTell, a questo indirizzo:
http://www.praytellblog.com/index.php/2017/01/15/the-church-is-not-google-translate/
Caro Andrea,
Come sempre grazie per i tuoi interventi sempre interessanti.
Devo dire che dopo leggere tanti dei tuoi articoli, interviste, ecc. sulla liturgiam authenticam mi viene qualche domanda.
Da 2001 data della pubblicazione della Liturgiam Authenticam fino ad oggi sono apparsi le traduzione del Messale romano all’inglese e al spagnolo, anche edizioni del rito del matrimonio e del rituale delle esequie in italiano e tanti altri. Tutti pubblicati seguendo le indicazioni di LA. Mi piacerebbe trovare nei tuoi articoli esempi delle aberrazioni, sbagli che si trovano in quei testi come conseguenza di aver tradotto secondo LA. Trovo esempi di Rita Levi M. come in questa intervista ma sarebbe buono per un sereno dibattito accademico scendere dell’Olimpo delle idee e dei pregiudici ed sporcarsi un po’ le mani con dei testi liturgici. Penso che dobbiamo andare al concreto altrimenti cadiamo nella ideologie e nei intellettualismi che “scarnificano la Chiesa”.
Forse il problema non sono le traduzioni neppure la liturgia che in fondo non ci interessa così tanto. Forse vogliamo cambiare la Chiesa e la sua dottrina, che esiste e come, e i testi delle edizione tipiche che raccolgono, con independenza del latino, la preghiera della Chiesa e per tanto la fede della Chiesa è quello che ci disturba nella nostra voglia di cambiamento. In questo caso mi pare che bisogna essere onesto e sincero e non dare la colpa alle traduzioni…
Con sincero affetto e voglia di imparare,
prof. Silvestre