La sedia a rotelle e il vescovo di Roma
LA SEDIA A ROTELLE E IL VESCOVO DI ROMA
In questa settimana si è tenuta a Roma a Sant’Anselmo la 50a Settimana di studio dell’APL (Associazione Professori di Liturgia). Nell’ultimo giorno dei lavori i partecipanti sono stati ricevuti da papa Francesco in udienza privata.
Un amico mi ha mandato il filmato dell’arrivo del papa nella sala: il papa cammina con difficoltà, un po’ curvo, e fatica a salire lo scalino su cui è piazzata la sua poltrona. Tutti i commenti degli amici hanno sottolineato la fatica che traspariva da quella entrata. Io però, che da più di un mese mi trovo privato dell’uso delle gambe, ho pensato al contrario: ‘magari potessi camminare così’!
Fa molto riflettere il punto di vista così diverso con cui è possibile giudicare lo stesso gesto. Ma l’occasione può far pensare meglio a come vi sia uno stretto legame tra l’esercizio del ministero petrino del vescovo di Roma e la sua andatura.
Un papa sulla sedia a rotelle è una specie di papa sulla sedia gestatoria ridotto ai minimi termini. È un papa che si fa condurre. Questo non è detto che sia un male, ma certo costituisce un limite pesante alla iniziativa del papa. Viceversa, un papa che cammina, pur con difficoltà, con sofferenza e con dolore, sceglie comunque lui dove andare. Se poi il papa supera i suoi problemi e torna a camminare liberamente, ecco che può diventare anche inarrestabile.
Queste tre diverse condizioni (sulla sedia, zoppicante o in forma) corrispondono a tre posizioni del vescovo rispetto al suo popolo. Un vescovo sulla sedia a rotelle sta in fondo al popolo di Dio e si lascia tirare dal sensus fidei. Un vescovo barcollante sta invece in mezzo alla carovana dei suoi, nel centro del popolo, e si appoggia ora all’uno, ora all’altro per andare. Un vescovo in forma sta davanti, conduce, guida e discerne per primo. Il re sta davanti, il profeta sta in mezzo e il sacerdote sta in fondo. Forse quando vediamo il papa sulla sedia a rotelle dimentichiamo che non è solo re. Forse quando lo vediamo in piena forma davanti a tutti dobbiamo ricordare che è anche profeta e sacerdote. Farsi condurre dal popolo non è affatto un vizio, come sarebbe invece farsi condurre dalla curia.
Così il papa barcollante che ha salutato i liturgisti italiani è l’immagine del profeta in mezzo al popolo. Magari lpotessimo tutti camminare così.
Come sempre, nei tuoi commenti sei originale e ricercato. Riesci a tirar fuori sempre, un insegnamento ed una riflessione convincente e positiva. Mi convincono le tre condizioni del vescovo di Roma che corrispondono alle tre situazioni di presenza nella Chiesa.
Un caro saluto
don Antonio Parisi
Forse è questo la testimonianza di cui avremmo bisogno in questo tempo di pollarizazzione. Magari tutti comprendano questo segnale
Grazie per vostro commento.
P. Paulo (del Brasile)
Complimenti, un commento bello e toccante. Auguri di pronta guarigione!