Sette voci per un libro (Marinella Perroni/1) A proposito di “Senza impedimenti”


E’ appena uscito il volume: Andrea Grillo (ed.), Senza impedimenti. Le donne e il ministero ordinato, InOLTRE 1, Queriniana 2024, pp. 191, € 16,00. Saggi di Emanuela Buccioni, Cristina Simonelli, Luigi Mariano Guzzo, Serena Noceti, Luca Castiglioni, Andrea Grillo. Prefazione di Marinella Perroni.

Coloro che hanno concorso alla stesura del libro presentano in una sequenza di sette interventi un breve testo, nel quale cercano di provocare nel lettore stupore, desiderio di lettura e curiosità alla scoperta di una tradizione dinamica e ricca sul ministero ecclesiale. Brevi testi, puntuali provocazioni, che aiutano ad entrare nella logica di un testo corale, fresco e rigoroso, mediante il quale si esprime la maturazione del corpo ecclesiale di fronte a nuove possibilità e a nuove sfide. (ag)

Opportune et importune

di Marinella Perroni

“Insisti al momento opportuno e non opportuno”: è questo uno degli imperativi che risuonano alla fine della seconda lettera a Timoteo (4,2). Ed è quello che abbiamo voluto fare con un piccolo libro che raccoglie sei saggi a firma di teologi ben conosciuti in Italia e che, soprattutto, apre sei diverse piste di approfondimento critico in sei diversi ambiti della ricerca teologica (biblico-esegetico, storico-patristico, canonico-istituzionale, ecclesiologico-ministeriale, teologico-dogmatico, storico-sistematico). Abbiamo voluto insistere:

  • perché è il momento opportuno, dato che ormai non c’è chiesa nazionale o continentale che non si sia occupata dell’accesso delle donne ai ministeri ordinati, non c’è convegno teologico o assemblea ecclesiale in cui il tema non sia stato posto e discusso.

  • perché il momento non è opportuno, dato che il Papa sembra aver chiuso la questione ancora prima che il Sinodo la discuta, ma noi siamo del tutto convinti che, comunque, il magistero teologico ha il compito di intercettare gli interrogativi, di istruire le questioni affinché le discussioni siano pertinenti, di indicare strade percorribili perché le chiese obbediscano al vangelo dentro la storia del loro tempo. “Come mai questo tempo non sapete valutarlo?” (Lc 12,56): la lettura dei segni dei tempi è sempre stata e sempre sarà il “caso serio” della teologia e se oggi il momento non è opportuno, prima o poi lo sarà ed è bene essere preparati.

Chi conosce il contesto delle esortazioni con cui si chiude la seconda lettera a Timoteo potrebbe ribaltare il discorso dato che, subito dopo, la raccomandazione apostolica è di tenere ferma la “la sana dottrina”, guardarsi dall’ascoltare “maestri secondo i propri capricci” e rifiutarsi di “dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole”. I rischi insiti nel lavoro teologico li conosciamo bene anche noi. Ed è proprio per questo che ci siamo imposti di procedere con grande rigore: di fronte alle continue dichiarazioni secondo cui la chiesa non può andare avanti sulla strada dell’apertura alle donne dei ministeri ordinati perché tradirebbe la volontà di Gesù, pretenderebbe di abrogare il diritto divino, andrebbe contro la sacra Tradizione e la prassi costante che da essa ha preso corpo, abbiamo cercato di discutere tutti questi “impedimenti”, spesso solo presunti ma presentati sempre come apodittici, e di ragionare sul portato storico di ciascuna scelta che le chiese hanno sempre dovuto e saputo fare, fin da quando, a partire dalla fine del primo secolo dell’era cristiana, ha avuto inizio il processo di saldatura tra ortodossia, sacralizzazione e maschilizzazione ritenuto necessario per potersi legittimamente inserire nella trama dell’Impero romano. E poi, da allora, le scelte che si sono susseguite sono state tante altre. Perché i tempi, piaccia o no, cambiano ed è dovere dei teologi interpretarne i segni: “E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12,57).

Marinella Perroni

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