La pace costituisce una vocazione primordiale e universale, una chiamata divina che riguarda ogni essere umano, come sottolinea papa Francesco in Fratelli tutti: «Ciascuno di noi è chiamato ad essere un artigiano della pace, unendo e non dividendo, estinguendo l’odio e non conservandolo, aprendo le vie del dialogo e non innalzando nuovi muri!». Si tratta di una vocazione che comporta un impegno ineluttabile, tale da trasformarci in costruttori, in artigiani di pace.
A questo impegno di costruzione Gesù Cristo fa corrispondere la figliolanza divina: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Parafrasando la beatitudine, si potrebbe dire che l’impegno per la pace costituisce un tratto distintivo dei figli di Dio, uomini e donne che hanno scelto di vivere in pienezza l’immagine e somiglianza divina.
L’enciclica Pacem in terris di san Giovanni XXIII continua a offrire una felice occasione per tornare a riflettere sulla nostra comune vocazione alla pace. A tale proposito, in questo contributo verranno evidenziati alcuni punti del documento di papa Roncalli ripresi nel magistero di papa Francesco.