Munera 3/2015 – Pierantonio Frare >> Dire il male. L’ Inferno di Dante a 750 anni dalla nascita del poeta (1265-2015)

Viene da domandarsi se Dante abbia escogitato nuove forme o abbia privilegiato alcune tra le forme già esistenti, quando si è cimentato con la traduzione linguistica del male. La risposta risulta tanto più difficile, in quanto caratteristica del male è proprio la sua multiformità: la sua forma, dunque, consisterebbe nell’averne molte, conseguenza, probabilmente, del difetto ontologico, ovvero del suo radicale non essere. Per provare anche noi a mettere un po’ d’ordine in tanto male, converrà partire proprio da Lucifero, che è non solo il padrone dell’Inferno, ma soprattutto la causa, sia della colpa che vi è ospitata, sia della pena che la castiga. Nella figura di Lucifero emergerà che il genere parodico e la figura logico-retorica dell’antitesi rappresentano le forme letterarie privilegiate da Dante per la descrizione del male.

Acquista l'articolo
per continuare a leggere acquista questo articolo

Utente biblioteche abbonate: clicca qui »

Share