Un dizionario per fare ricerca: un progetto interdisciplinare che si rinnova
Non è frequente che un progetto di 50 anni prima – come i famosi tre volumi dei DTI (Dizionario Teologico Interdisciplinare), usciti da Marietti nel 1977, come fiore all’occhiello della nuova stagione teologica italiana allora tanto fervente – trovi nel 2020 la forza e il coraggio di un rilancio e di una ripresa che è, per alcuni versi, fedeltà al progetto di allora, e per altri versi inizio nuovo di un percorso in parte diverso.
Anzitutto la continuità: come fu per il DTI, la scoperta che in teologia non era impossibile “imparare qualcosa dalle altre discipline” mi pare che continui in modo significativo. E come sui tre volumi di quel testo si potevano passare lunghe ore di studio e di ricerca, anche questo unico volume si presta più alla ricerca che alla consultazione. Ed è pensato proprio “in vista della ricerca”.
Non è solo un Dizionario, infatti. Come già avvenne nel caso della edizione del 1977, la “ratio” interna all’opera non è semplicemente la presentazione di una serie di “lemmi”. Il materiale è invece organizzato selettivamente, con un impianto basato su tre parti:
a) Una prima parte è di carattere fondativo. Sotto il titolo “L’evento, l’interpretazione e il contesto” si articola, al suo interno, in tre sezioni. In primo luogo si presenta l’evento (Cristo, Scrittura e Chiesa), in secondo luogo le interpretazioni antropologiche, storiche, filosofiche e teologiche, in terzo luogo si esamina il contesto scientifico, esterico, religioso, spirituale.
b) Una seconda parte, presenta una sessantina di voci nodali. Anche in questo caso la scelta delle voci e il loro taglio indica piuttosto il desiderio di ricerca che la pretesa di completezza.
c) Una terza parte, infine, è costituita da sguardi prospettici, che identificano una serie di nove “quaestiones disputatae”, nelle quali sono riassunti alcuni nodi tematici decisivi per lo sviluppo del sapere teologico e della esperienza cristiana del futuro.
Salvo due nomi stranieri di prestigio, il dizionario è in larghissima parte (come già fu il precendente DTI) il frutto del lavoro teologico italiano, con una particolare dedizione dei teologi della Facoltà teologica della Italia settentrionale, sezione di Torino, come risulta dall’ampia schiera dei curatori che compaiono nel frontespizio dell’opera.
Nato a ridosso di Veritatis Gaudium, anche se frutto di un progetto sicuramente antecedente, ne illustra bene una possibile realizzazione. La speranza verso uno sviluppo contemplativo, dialogico e interdisciplinare del sapere teologico trova in questo strumento di studio e di formazione una bella pagina nella storia del lavoro teologico elaborato dalla cultura ecclesiale e civile italiana.
Nuovo Dizionario Teologico Interdisciplinare, a cura di Oreste Aime – Bartolo Gariglio – Maurilio Guasco – Luciano Pacomio – Alberto Piola – Giuseppe Zappegno, Bologna, EDB, 2020.
Senza dubbio un’opera interessante ma come sempre senza il contributo di una studiosa donna e quindi parziale.
Non ci sono donne tra i curatori, ma ce ne sono 11 tra gli autori delle voci
Bene. Sarebbe stato auspicabile però che almeno una donna fosse stata tra i curatori perché avrebbe consentito una direzione dello studio meno “parziale”.